giovedì 7 novembre 2013
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​«Non si può aprire una crisi ora, chi lo facesse verrebbe certamente punito dalle urne per il danno, speriamo non irreparabile, causato al Paese», avverte Carlo Costalli. «E sbaglia chi ritiene che si tratti di un tema astratto. Senza intervenire sulle patologie del nostro sistema, senza un nuovo patto fra popolo e istituzioni, da questa crisi non si esce», spiega il presidente del Movimento cristiano lavoratori.Ma il governo a malapena riesce a fronteggiare i temi economici...Non dobbiamo dimenticare che questo governo di larghe intese nasce e sta in piedi per perseguire due obiettivi irrinunciabili: far ripartire l’economia reale e porre mano alla seconda parte della Costituzione. Due obiettivi in realtà profondamente connessi, non è pensabile rinunciare a uno di essi senza che l’altro ne risenta. Perché sappiamo quanto la crescita dell’economia, in un mercato globalizzato come questo, dipenda dalla credibilità delle istituzioni. E le nostre attualmente non lo sono per qualunque investitore, interno o esterno che sia.Ma per fare le riforme occorre tempo, mentre appare problematico già superare lo scoglio finanziario di fine anno.Ed è per questo che chiediamo ai partiti che hanno preso l’impegno di lasciar lavorare e di sostenere questo governo: è l’ultima occasione per il nostro sistema per autoriformarsi, prima che il gioco passi in mano in modo pericoloso alle forze anti-sistema.In questo quadro lo scontro nel Pdl può contribuire a fare chiarezza o può avere un esito dirompente?Non sta a me entrare nelle dinamiche interne a un partito, ma il nostro auspicio è che si affermi nella metà campo moderata una forza che aderisca con chiarezza alla grande famiglia popolare europea: ne ha bisogno il nostro Paese, per far prevalere l’interesse generale, senza avvilupparsi in quelle eterne contese personalistiche che hanno avvelenato il clima in questi ultimi anni, bloccando ogni riforma.Renzi dice che la riforma da fare sarebbe quella del sindaco d’Italia.Ma Renzi sa benissimo che per arrivare a una modifica così profonda del sistema di governo occorre tempo, non si può quindi al tempo stesso invocare le riforme minare la tenuta dell’alleanza che deve portarle a termine. Quindi anche sull’altro versante non possiamo che auspicare un sussulto di responsabilità, per il bene del Paese.
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