lunedì 6 aprile 2020
Cuore e fegato impiantati a 24 ore di distanza su una bimba di 2 anni e una di 10, che aspettava un organo da 5 anni. Enoc: frutto della generosità e dell'impegno di tanti per operare in sicurezza
I medici dell'ospedale impegnati in uno dei trapianti

I medici dell'ospedale impegnati in uno dei trapianti - Ufficio stampa Bambino Gesù

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Due famiglie sono tornate a sorridere, anche in piena emergenza coronavirus. Il Covid-19 non ha fermato infatti gli interventi salvavita: il 2 aprile all’ospedale pediatrico Bambino Gesù è stato effettuato un trapianto di fegato su una bimba di 2 anni, mentre il giorno successivo un trapianto di cuore ha ridato speranza ad una bambina di 10. Sono i primi due trapianti di organi solidi eseguiti in ospedale dall’inizio della fase acuta dell’emergenza coronavirus, che ha visto un rallentamento degli interventi nel mese di marzo rispetto allo stesso mese del 2019 (mentre fortunatamente i trapianti di midollo sono persino aumentati). Entrambe le bambine si trovano ora nel reparto di rianimazione in buone condizioni.

Nel caso del trapianto di fegato si è trattato di un ritrapianto: la bambina aveva ricevuto un primo trapianto lo scorso anno, presso un centro all’estero, ma la funzione del primo fegato trapiantato è stata compromessa da episodi di rigetto. Mentre nel secondo caso la bambina che ha ricevuto il cuore era in attesa di trapianto da 5 anni ed era stata sottoposta in precedenza ad altri due interventi chirurgici a causa di una grave anomalia cardiaca congenita. La situazione di emergenza sanitaria che sta vivendo l’intero Paese ha richiesto accorgimenti suppletivi e l’applicazione di tutte le procedure definite per la verifica della negatività dei donatori e per la sicurezza dei riceventi e degli operatori sanitari.

«Nell'attuale situazione di emergenza, che ha forzato la concentrazione di ingenti risorse per la gestione di Covid-19 – ha detto la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc -, dobbiamo tuttavia continuare a garantire il trattamento sanitario ai pazienti con altre patologie la cui cura non è procrastinabile. Nel corso del mese di marzo c’è stata una riduzione delle segnalazioni di organi disponibili che ha portato a una diminuzione degli interventi di trapianto nel nostro ospedale. Fortunatamente per altri trapianti, ad esempio quelli di cellule staminali emopoietiche, i numeri hanno registrato persino un aumento».

I trapianti effettuati nei giorni scorsi, prosegue, «sono un esempio dello sforzo fatto in questo senso dall’ospedale e dalla rete trapiantologica italiana per assicurare che gli interventi possano avvenire in piena sicurezza». Tutti si sono prodigati, in questo momento difficile, ricorda la presidente dell’ospedale «con grande competenza e generosità. Soprattutto, desidero ringraziare le famiglie dei donatori che nelle circostanze più tragiche hanno acconsentito a questo atto di estremo altruismo e solidarietà umana».

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