giovedì 22 ottobre 2020
Il progetto del Bambino Gesù, Leonardo, Telespazio ed ENAC ha superato il primo step: 32 chilometri avanti e indietro. Il ministro De Micheli: «Sarà utile per combattere il virus».
Un drone sorvola la città

Un drone sorvola la città - Ansa

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Più di trenta chilometri con un drone, tra una sede e l’altra dell’Ospedale Bambino Gesù. Dopo tre giorni si è conclusa la prima fase di sperimentazione per il trasporto di materiale sanitario per via aerea da un presidio a un altro nel cielo di Roma: dal centro di Santa Marinella a quello di analisi di Palidoro, avanti e indietro per ore con una modalità di controllo automatico oltre il campo visivo dell’operatore. Ma non è tutto qui, perché le sperimentazioni di questo progetto realizzato da Leonardo, Telespazio e l’ospedale Bambino Gesù, in collaborazione con Enac, continueranno fino a dicembre.

«La dimostrazione di oggi è un esempio tangibile di come le tecnologie possano aiutare i cittadini, curando meglio le persone e contribuendo a una maggiore efficacia del sistema salute, con benefici in termini di sicurezza, velocità e costi», è stato il commento dell'ad di Leonardo, Alessandro Profumo. A esultare è anche il mondo della politica, con il ministro dei Trasporti Paola De Micheli che parla di un mezzo utile anche nella lotta della diffusione del virus: «Un volo sperimentale che apre una rotta nel futuro, per migliorare le nostre vite e aiutarci anche a vincere la sfida contro il Covid. Le implicazioni sulla vita di tutti noi possono essere di grande rilievo: pensiamo alla possibilità di un utilizzo dei sistemi autonomi di volo anche per il trasporto di campioni sanitari o dei vaccini nella battaglia contro la pandemia che stiamo combattendo».

A sottolineare questo concetto è anche Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù, che ha chiarito come non sia un caso che la sperimentazione sia sta avviata proprio in questo momento storico: «Studieremo lo sviluppo di un servizio che può produrre forti miglioramenti dei processi clinici e logistici, a vantaggio un domani di tutto il sistema sanitario regionale e nazionale». L’obiettivo è infatti quello di impiegare varie tipologie di velivoli pilotati a distanza, e di poter pensare di estendere il servizio anche in città, in ambienti densamente popolati, dove solitamente è più pericoloso far decollare i droni. Mezzi che in un futuro non troppo lontano ci dovremo abituare a veder volare sulle nostre teste, magari con a bordo campioni biologici e generi biomedicali. Che percorreranno tratte con bassissimo impatto ecologico, ma soprattutto in velocità. Più di quanta – troppo spesso – le vie ordinarie consentono.

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