venerdì 29 aprile 2016
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MILANO Più risorse per la prevenzione e i controlli e sospensione per le aziende fuorilegge. Un primo risultato l’ha ottenuto, lo sciopero generale dei lavoratori del comparto del marmo, svoltosi ieri a Seravezza (Lucca), nel cuore del distretto delle Alpi Apuane, che dà lavoro a oltre 10mila persone. La mobilitazione è stata proclamata dai sindacati di categoria Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil dopo la morte, il 14 aprile, di due operai in una cava di Carrara. In otto mesi, denunciano i sindacati, si sono già contate otto vittime. «Un bollettino di guerra», hanno sottolineato. Anche i più recenti dati Inail confermano l’aumento degli infortuni in cave e miniere. Nel primo trimestre dell’anno le denunce di infortunio sono state 115 rispetto alle 105 dello stesso periodo del 2015. E dal primo congresso unitario, in svolgimento a Napoli, i geologi hanno lanciato l’allarme: «Il quadro normativo per cave e miniere è regolamentato da leggi vecchie, inadeguate non al passo con l’evoluzione industriale. Il punto di riferimento è anco- ra il Regio decreto del 1927 quando non esisteva la Repubblica. Alcune Regioni – denunciano i geologi – non hanno neanche approvato i Piani delle attività estrattive». La prima a muoversi è la Toscana che, con il presidente Enrico Rossi, annuncia l’avvio di un progetto sulla prevenzione e la sicurezza. «Gli incidenti non possono essere attribuiti alla fatalità – ricorda il governatore –. La Regione metterà ulteriori risorse per rafforzare le misure preventive e per intensificare ancora di più i controlli sul corretto rispetto delle regole. Dai sindacati – aggiunge Rossi – viene una richiesta forte, quella di interrompere le concessioni in quelle cave dove vengano disattese le regole della sicurezza. Per ciascun incidente, noi verificheremo, e stiamo già verificando, se e dove queste regole sono state disattese. Faremo in modo che ciò che è accaduto non si debba più ripetere. Prima di tutto vengono la vita delle persone e il diritto al lavoro». Intanto, anche ieri, Giornata mondiale per la sicurezza del lavoro, si sono contate due vittime e un ferito grave. In una frazione di Sassari ha perso la vita Maria Luisa Comi, 57 anni, imprenditrice lecchese titolare di un’azienda specializzata in manutenzione e installazione di sistemi radar. La donna ha perso la vita precipitando da un’altezza di trenta metri, mentre stava lavorando a un ponte radio dell’Enav, l’Ente per l’assistenza al volo, posto in cima al Monte Forte. Un altro lavoratore, di 41 anni, è morto a Casalgrande (Reggio Emilia), dopo essere stato colpito da una lastra metallica, mentre un operaio di 60 anni di una stamperia di San Mauro Torinese ha perso un braccio. Paolo Ferrario © RIPRODUZIONE RISERVATA
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