martedì 7 gennaio 2020
Maxi operazione delle forze dell'ordine per riportare la serenità tra la popolazione sconvolta dalla recente ondata di criminalità
Il luogo dell'agguato a Roberto D'Angelo

Il luogo dell'agguato a Roberto D'Angelo - Ansa

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Immediata la risposta dello Stato contro la mafia foggiana dopo i tre attentati intimidatori e l’uccisione del commerciante Roberto D’Angelo, che hanno funestato i primi tre giorni del nuovo anno. Un massiccio dispiegamento delle forze dell'ordine che hanno arrestato tre persone per vari reati e sequestrato un quantitativo ingente d armi, munizioni da guerra e ordigni esplosivi durante un centinaio di perquisizioni e controlli a tappeto nelle zone più sensibili del capoluogo dauno dove si annida la criminalità organizzata. Un’operazione ad alto impatto, nella notte dell’Epifania, a cui hanno partecipato agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza, in particolare uomini del Servizio centrale operativo, Ros, Gico, Reparto prevenzione crimine, Cacciatori di Puglia, Baschi Verdi, Reggimento Carabinieri Puglia, unità cinofile ed elicotteri.

Città passata al setaccio

La città è stata passata al setaccio, in un clima di paura e di terrore per gli incendi dolosi a due bar, l’agguato omicida in cui è stato ucciso Roberto D’Angelo giovedì sera e la bomba che ha fatto saltare in aria il suv di Cristian Vigilante, direttore del personale della Rssa “Il Sorriso”. Tra il materiale sequestrato c’è anche un ordigno esplosivo di oltre tre chilogrammi sul quale sono in corso accertamenti per stabilire se si tratti di sostanza esplosiva solitamente utilizzata per compiere attentati dinamitardi o di un prodotto usato per la fabbricazione di fuochi pirotecnici.

La maxi operazione è stata coordinata dalla Dda di Bari in stretta collaborazione con la Procura di Foggia. La cosiddetta “squadra Stato” delle forze dell’ordine è intervenuta in maniera decisa per controllare e perquisire i rioni popolari Candelaro (zona piastre), nelle vicinanze del luogo dove è stato ucciso Roberto D'Angelo, e il quartiere Cep. Cinturati anche il “palazzone ex Onpi” di corso del Mezzogiorno, la palazzina di alloggi popolari alla periferia di Foggia e l'ex distretto militare in Via Fuiani.

«Lo Stato sa reagire»

«Lo Stato ha così fornito dimostrazione della capacità di reazione di fronte all'aggressione della criminalità manifestatasi nei giorni scorsi – ha affermato il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe -. Va in particolare sottolineata la compattezza tra le varie Istituzioni, unite nell'obiettivo comune di reprimere le manifestazioni delinquenziali che affliggono la comunità foggiana, restituire piena fiducia ai cittadini onesti, mentre continua l'impegno per l'individuazione degli autori dei singoli episodi delittuosi. Confidiamo in una maggiore collaborazione dei cittadini».

Ma bisogna abbattere il muro dell'omertà

Abbattere il muro dell’omertà per isolare e far uscire allo scoperto i malavitosi. È quanto ha dichiarato anche il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro: «Non solo gli ordigni contro i due bar e l’omicidio di D’Angelo. La bomba posizionata sotto il suv di Vigilante è un chiaro messaggio mafioso alla città: si punisce chi denuncia. E invece bisogna avere il coraggio di denunciare come ha fatto Cristian che ha ribadito il suo “no” alla mafia. A Foggia è ormai diventato indispensabile installare un sistema di videosorveglianza capillare per controllare il territorio, accrescere la sicurezza dei cittadini, per monitorare ogni strada, ogni piazza e ogni angolo della città. Più volte ho avanzato questa richiesta, ma le mie parole sono cadute nel vuoto, sono rimaste inascoltate».

Intanto, emergono alcuni particolari sull’omicidio di Roberto D’Angelo, il 53enne commerciante ucciso dai sicari sopraggiunti in sella ad una moto mentre era a bordo della sua auto in viale Candelaro. L’autopsia ha confermato che l’uomo è stato freddato da tre colpi di pistola che lo hanno raggiunto nella zona compresa tra testa e gola, sul lato sinistro del corpo.

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