venerdì 26 luglio 2019
Un'altra bimba tra quelle entrate nell'inchiesta "Angeli e Demoni" ieri ha potuto riabbracciare mamma e papà dopo il lungo affido a due donne. Particolarmente crude le intercettazioni sui metodi
(Foto Fotogramma)

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Le lettere e i regali che mamma e papà (in via di separazione) avevano portato agli assistenti sociali per la loro bambina, da due anni allontanata da loro, non le erano mai stati dati. «Caro papà, mi manchi tanto, vorrei che mi portassi uno dei tuoi splendidi regali. Mi potresti scrivere più spesso? Non ho ricevuto nessun biglietto e mi sono chiesta perché. Quando hai finito di leggere, per favore prendi immediatamente carta e biro e mi scrivi una bella lettera. L’aspetto con tutto il cuore». Letterina che però il papà di Nadia (nome di fantasia) non ha mai ricevuto.

È questo uno dei casi più toccanti nell’inchiesta sui fatti di Bibbiano, anche per la crudeltà con cui la bimba era trattata dalle due donne che l’avevano in affido, come si evince dalle molte intercettazioni. Ma ieri il primo spiraglio di luce per la piccola: i giudici hanno consentito ai genitori di incontrare nuovamente la figlia dopo ben due anni. Era stata affidata alla coppia di donne sulla base delle relazioni dei servizi sociali e degli psicologi (oggi indagati). Relazioni che la Procura di Reggio Emilia ha dichiarato non veritiere.

Particolarmente duro il trattamento cui era sottoposta la bambina, secondo quanto si legge nell’ordinanza del gip, che riporta una serie di eventi e di contrasti tra le due donne e la piccola: insulti, bestemmie, minacce reiterate per farle dire che il padre avrebbe abusato di lei. Più volte gli operatori e le due donne affidatarie cercano di far dire alla bambina che non desidera vedere più i genitori, ma lei reagisce: «Mi manca il papà, mi mancano i suoi abbracci, non so perché non posso più vederlo». In un giorno di pioggia – evidenziano le intercettazioni – viene buttata giù dall’auto perché non accetta di dire che il padre le ha fatto del male». Finalmente ieri, alla presenza di nuovi operatori, il primo incontro con mamma e papà. Il futuro si vedrà.

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