martedì 7 giugno 2016
​Ma sul candidato eletto pesa la relazione della commissione Antimafia.
Dopo dieci anni a Platì torna il sindaco
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Dopo dieci anni di commissari, torna ad avere un sindaco il Comune di Platì, piccolo centro della Locride considerato ad alta densità ’ndranghetista. È Rosario Sergi che col 63,46% ha sconfitto Ilaria Mittiga. Ma sul neo-eletto pende il giudizio critico della commissione parlamentare Antimafia, che nella Relazione sugli 'impresentabili' in lista approvata all’unanimità il 31 maggio aveva scritto che risulta avere «rapporti di affinità con esponenti del vertice della cosca Barbaro, tanto con la frangia denominata 'Castanu' che con quella denominata 'Nigru'». Ma quello del Comune calabrese potrebbe non essere l’unico caso. Infatti la commissione ha chiesto ai prefetti un 'report' sul voto e, in particolare, sugli eletti. Anche perché al di là dei nomi segnalati si vuole fare luce su possibili condizionamenti. Non sono poche, infatti, le notizie già raccolte su persone che, in varie regioni, avrebbero offerto denaro agli elettori e ancor di più casi di persone scoperte a fotografare la propria scheda nella cabina elettorale. Per Platì è comunque la fine di una lunga assenza di amministratori comunali. Dopo lo scioglimento nel 2012 per infiltrazione mafiosa, nelle ultime due tornate elettorali non era riuscita ad eleggere un sindaco. La prima volta perché, in presenza di un solo candidato, non era stato raggiunto il quorum e la seconda volta, lo scorso anno, perché non erano state presentate liste. Una situazione che aveva portato il premier Matteo Renzi ad accendere i riflettori sul piccolo comune ed a presentare una candidata del Pd, Anna Rita Leonardi. Candidatura, però, venuta meno proprio alla vigilia della presentazione delle liste, con il ritiro della Leonardi deciso con i vertici del partito perché «non c’erano più le condizioni politiche e di agibilità per svolgere serenamente la campagna elettorale». Sergi, come ha sempre scritto l’Antimafia, si era candidato a sindaco nel 2009 e, sconfitto, era entrato in minoranza nel Consiglio comunale poi sciolto per infiltrazioni mafiose. Ma anche l’altra candidata aveva trovato spazio nella relazione della commissione. Ilaria Mittiga, che ha raggiunto il 36,54% dei voti, è infatti figlia di Francesco Mittiga, sindaco in occasione, nel 2006, di un precedente scioglimento per condizionamento della ’ndrangheta. Molta attenzione della commissione anche sull’esito del voto a Battipaglia, Comune della provincia di Salerno dove erano stati segnalati 7 dei 14 'impresentabili'. Qui si andrà al ballottaggio tra Gerardo Motta, in testa col 30,47%, e Cecilia Francese, che ha raggiunto il 23,14%. Tre degli 'impresentabili' erano candidati nelle liste che sostenevano il primo. Per questo si seguirà l’esito del voto del 19 giugno per capire quanti risulteranno tra gli eletti. E se a Platì, un sindaco è stato eletto, continua invece il calvario nel vicino Comune di San Luca, anche questo posto sotto attenzione dall’Antimafia, e sciolto nel 2013. Domenica non si è votato per la mancata presentazione di liste. Già lo scorso anno il tentativo di dare un’amministrazione al paese, diventato tristemente noto anni fa come il 'paese dei sequestri di persona' e, più recentemente, per la faida tra le cosche Pelle-Vottari e Nirta-Strangio culminata con la strage di Duisburg del 15 agosto 2007 con 6 morti, era fallito. Allora, infatti, si presentò una sola lista ma non fu raggiunto il quorum. E da allora si va avanti con i commissari. In Campania, invece, a Pignataro Maggiore è tornato sindaco, col 46,68% dei voti, Giorgio Magliocca. Un ritorno dopo una lunga vicenda giudiziaria. Accusato di essere al servizio della camorra (e di averla portata anche nel Comune di Roma in qualità di stretto collaboratore dell’ex sindaco Alemanno), arrestato nel 2011, scarcerato e poi assolto da tutti i reati, si è ripreso la carica di primo cittadino del Comune casertano di 6.200 abitanti.
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