mercoledì 8 marzo 2017
La Giornata celebrata al Quirinale. I dati rivelano che sono ultime in Europa per accesso alle professioni. Però creano imprese e si distinguono negli studi e nella ricerca.
Due poliziotte con in mano la mimosa davanti al Quirinale (Ansa)

Due poliziotte con in mano la mimosa davanti al Quirinale (Ansa)

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Il lavoro femminile decisivo per lo sviluppo economico di un Paese. Donne come serbatoio di "saggezza, generosità, attitudine a smussare conflitti e a respingere la violenza". Ecco perché serve più impegno per "promuovere il lavoro e la partecipazione femminile, in tutti i settori. Dobbiamo garantire alle donne - ha detto ancora - la piena compatibilità tra la cura della famiglia, che è una funzione essenziale per lo sviluppo ordinato di un Paese, e l'attività professionale".


Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso a conclusione della Celebrazione, al Quirinale, della Giornata della donna, dedicata al tema "Donne per la pace". Molte le testimonianze di donne impegnate in vati ambiti (dalle missioni di pace alla giustizia minorile).

IL DISCORSO INTEGRALE


Mattarella ha parlato anche agli uomini, chiedendo loro di "fornire un appoggio reale e incondizionato, nella lotta alle diseguaglianze, ai pregiudizi, alle discriminazioni, e, a maggior ragione, quando si manifestano sopraffazione e violenza". "L'augurio che rivolgo oggi a tutte le donne italiane - conclude il presidente della Repubblica- è che la loro voce sia forte, compatta e ascoltata, nei quartieri, nelle città e nei palazzi delle istituzioni. È una voce autorevole e credibile, che non ha bisogno di alzare i toni, anche se alzarli, in alcuni casi, diventa l'unico modo per farsi sentire".

L'8 marzo, le donne tra casa, famiglia e lavoro

Si dividono tra casa, famiglia e lavoro. Anche se continuano ad avere impieghi scarsamente qualificati, sono costrette ad accettare il part time, guadagnano meno dei colleghi maschi e alle attività familiari dedicano il triplo del tempo degli uomini. Insomma le donne si sacrificano. Spesso trascurano la propria salute per curare gli altri e sono perfino vittime: secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, il 35% delle donne nel mondo ha subito violenza sessuale o domestica nel corso della propria vita. Il 38% dei femminicidi sono commessi dai partner. Nonostante tutto, però, continuano a credere nella vita e in loro stesse, creando imprese oppure ottenendo successi negli studi e nella ricerca scientifica.

Boom del part time

In Italia – secondo il Censis – sono 3.105.000 le donne che hanno un lavoro a tempo parziale, il 32,6% delle occupate. Ma per 1.817.000 di loro (il 58,5%) si tratta di un part time involontario, che hanno dovuto accettare per la mancanza di offerte di lavoro a tempo pieno. Dal 2008 a oggi le donne che hanno scelto liberamente il part time sono diminuite del 20,9%, mentre il part time involontario ha registrato un incremento del 91,6%.

Ultimi in Europa

Con un tasso di attività femminile fermo al 55%, l’Italia si colloca all’ultimo posto nella graduatoria dei Paesi europei. Al primo posto c’è la Svezia, con l’80,5%. In Germania il tasso di attività femminile arriva al 73,5%, nel Regno Unito al 72,2%, in Spagna al 69,2%, in Francia al 67,6% e la media europea si attesta al 67,3%. Nelle regioni del Centro- Nord, i dati riferiti al mercato del lavoro non sono distanti da quelli dei Paesi europei più avanzati. Nel Mezzogiorno, invece, il tasso di occupazione è solo del 31,7%.


Acrobate tra lavoro e famiglia

In una giornata media, la durata del lavoro retribuito nel caso degli uomini è di 4 ore e 39 minuti, corrispondenti al 19,4% del tempo totale disponibile, mentre per le donne è di 2 ore e 23 minuti, pari al 9,9%. Mentre al lavoro familiare ogni donna dedica una media di 5 ore e 13 minuti al giorno (il 21,7% del totale), cioè il triplo degli uomini (solo 1 ora e 50 minuti).

Stipendi più bassi

Ancora oggi però le donne continuano ad avere difficoltà a conquistare le posizioni professionali più qualificate e remunerative. Nelle strutture pubbliche, dove lo stipendio orario lordo di una donna è di 19,8 euro e quello di un uomo di 20,6 euro, il divario è solo del 3,7%. Nel privato invece lo stipendio delle donne è mediamente di 11,8 euro lordi l’ora contro i 14,7 euro degli uomini, con un gap salariale pari al 19,6%. Per la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, «le donne hanno pagato il prezzo più alto della crisi: ecco perché il lavoro resta il primo diritto di cittadinanza e di emancipazione che bisogna ancora conquistare».

Imprese, premi

Come mostra l’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere, l’universo delle donne imprenditrici, anche lo scorso anno, ha continuato a crescere, raggiungendo un milione e 321.862 imprese (il 21,8% del totale). Nell’industria farmaceutica le donne sono il 43% del totale e superano il 50% nella Ricerca, quasi tutte laureate e diplomate (90%). Spesso ricoprono ruoli di massima responsabi- lità. Basti pensare che un dirigente su tre è donna. I premi Telethon-Farmindustria sono stati assegnati a tre ricercatrici che si sono distinte a livello internazionale: Valentina Bollati, Vittoria Colizza e Adriana Maggi. «Le nuove ricerche scientifiche – sottolinea il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – raccontano la diversità tra uomo e donna. Per questo bisogna battersi per il riconoscimento del diritto alla salute delle donne». Mentre il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi ha annunciato corsi di formazione e informazione sui farmaci, sull’appropriatezza terapeutica e sulla prevenzione destinati in primo luogo alle donne.

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