Il Piemonte è il territorio che più di tutti contribuisce all’autosufficienza nazionale per le trasfusioni di sangue. Con una media fra le 19mila e le 22mila unità di globuli rossi cedute ad altre zone di Italia, la regione si conferma quindi ai primi posti d’Italia: nelle varie province, ci sono 123mila donatori volontari che offrono 250mila donazioni l’anno, ovvero 57,2 per 1.000 residenti contro una media nazionale di 50,7 per 1.000.

Forte di questi risultati, l’assessore alla Sanità Antonio Saitta ha firmato in questi giorni la nuova convenzione triennale con i presidenti di Avis Piemonte, Giorgio Groppo, Fidas Piemonte, Doriana Nasi, e Consorzio Amici banca del sangue, Fernando Prono, e la responsabile della Rete trasfusionale piemontese Rosa Chianese. Nel testo sono contenute tutte le linee guida che dovranno essere attuate dalle aziende sanitarie. «Questa firma – spiega Saitta – rafforza la storica collaborazione che da tempo caratterizza il Piemonte come regione all’avanguardia in Italia per la raccolta del sangue. La capillarità della raccolta garantita dalle associazioni assicura l’efficacia dell’intervento, ci tutela in caso di eventi tragici ed emergenze e ci mette nelle condizioni di aiutare le altre regioni, oltre a rappresentare un indubbio vantaggio economico».

E la solidarietà, costante e silenziosa, è la forza di questa opera che continua negli anni. La maggior parte del sangue proveniente dal Piemonte viene utilizzata da Sardegna e Lazio, soprattutto per pazienti la cui sopravvivenza è legata alla certezza della trasfusione, a causa di malattie rilevanti come la talassemia. Il Piemonte, inoltre, invia in grande quantità il plasma per il frazionamento industriale e la produzione di medicinali plasmaderivati, nell’ambito di un accordo interregionale con Lombardia e Sardegna, cui si sta aggiungendo il Molise.