giovedì 17 settembre 2020
La città di Como e il paese natale, Cosio Valtellina piangono il prete ucciso martedì mattina. Disposta l'autopsia, giovedì il Gip interrogherà l'uomo tunisino che si è costituito
Piazza del Duomo a Como gremita delle persone che non sono riuscite ad entrare nella cattedrale per la veglia in onore di don Roberto Malgesini accoltellato questa mattina da una delle persone di cui si prendeva cura

Piazza del Duomo a Como gremita delle persone che non sono riuscite ad entrare nella cattedrale per la veglia in onore di don Roberto Malgesini accoltellato questa mattina da una delle persone di cui si prendeva cura - Ansa

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Sarà interrogato giovedì 17 settembre in carcere dal gip per la convalida dell'arresto Ridha Mahmoudi, 53 anni, il cittadino tunisino che martedì 15 settembre a Como ha ucciso a coltellate don Roberto Malgesini, prete fra gli ultimi che tante volte lo aveva aiutato.
Ora l'uomo è in isolamento nel carcere del Bassone. Sentito in questura, Mahmoudi ha ammesso di avere ucciso il prete - peraltro si era costituito lui stesso ai carabinieri - rivendicando l'omicidio sulla base di motivazioni confuse e deliranti.

Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo, senza permesso di soggiorno dal 2014 per via del divorzio dalla moglie italiana e per i vari precedenti penali, era convinto che contro di lui fosse stato ordito un complotto per costringerlo al rimpatrio da parte di autorità, giudici, avvocati e medici e pure da quel prete che tante volte lo aveva aiutato negli ultimi anni. Sembra che Mahmoudi fosse anche convinto di essere seguito, per questo in giugno aveva acquistato il coltello usato martedì mattina contro don Roberto.

Va ricordato inoltre che è stata eseguita anche l'autopsia sul corpo di don Roberto Malgesini. Un accertamento disposto dal procuratore di Como Nicola Piacente e dal pm Massimo Astori in un quadro probatorio già molto nitido, alla luce della confessione di Mahmoudi e di tutti gli elementi che convergono in un'unica direzione.

Ansa

La preghiera del Papa per don Roberto e per tutti i preti che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società

Mercoledì, durante l’udienza generale, papa Francesco ha voluto ricordare don Roberto Malgesini, ucciso “da una persona bisognosa che lui stesso aiutava". Il Pontefice si è unito "al dolore e alla preghiera dei suoi famigliari e della comunità comasca e come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri. Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini - ha concluso il Papa - e per i tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società”.

La Chiesa di Como e i suoi concittadini piangono don Roberto, prete fra gli ultimi

Nella serata di martedì a Como una folla silenziosa si è radunata per partecipare al rosario recitato in Duomo dal vescovo Oscar Cantoni. Solo trecento persone sono riuscite a entrare nella cattedrale per via delle restrizioni anti-Covid, ma sulla piazza esterna alcune centinaia di fedeli hanno voluto comunque assistere alla preghiera, molti dei quali con una candela in mano. "Lavorava senza sosta per aiutare i più bisognosi, senza condizionamenti. Non ha mai puntato ad avere una sua parrocchia da gestire, ma desiderava unicamente stare in mezzo a chi soffre. Ora la diocesi di Como ha un altro martire”. È questo il ricordo di don Roberto Malgesini, il prete ucciso ieri a Como da un 53enne ucciso, descritto da don Vito Morcelli, parroco di Regoledo, frazione di Cosio Valtellino (Sondrio), paese natale del sacerdote assassinato e dove ancora oggi vivono i genitori e i fratelli della vittima, immediatamente partiti per Como una volta appresa la notizia.

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