venerdì 8 febbraio 2019
Doveva parlare di migranti e mafia. Ma il fondatore di LIbera sarà accolto in un altro spazio. La nota della Federazione della Stampa. E due senatori 5 Stelle: preoccupante
Don Ciotti in una foto dell'archivio Ansa

Don Ciotti in una foto dell'archivio Ansa

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La Federazione Nazionale della Stampa italiana, il Sindacato giornalisti del Veneto e il presidio Veneto Articolo 21 hanno espresso oggi "piena solidarietà" a don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, dopo che martedì scorso la sindaca di Oderzo (Treviso) gli ha negato il patrocinio e l'utilizzo gratuito del teatro comunale Cristallo per un incontro su mafia e migranti.

"Si tratta - afferma una nota comune - di una decisione offensiva e lesiva non solo nei confronti di don Ciotti, da sempre in prima linea contro criminalità organizzata, corruzione, malaffare, ma anche e soprattutto contro la libertà di opinione, la libertà di esprimere il proprio pensiero, la libertà di manifestare le proprie idee, principi cardini di un Paese democratico". Fnsi, Sgv e Articolo 21 Veneto hanno anche annunciato la loro adesione e partecipazione alla manifestazione nazionale che Libera ha in programma a Padova il prossimo 21 marzo, in occasione della Giornata dell'impegno e memoria delle vittime delle mafia e, ribadendo "il no a qualsiasi forma di bavaglio e di censura", hanno invitato a manifestare in concreto vicinanza a don Ciotti, domenica 10 febbraio, a Oderzo nel nuovo spazio che gli organizzatori dell'evento hanno trovato, una sala del collegio Brandolini-Rota..

Lo stesso don Ciotti all'indomani della decisione della sindaca aveva minimizzato: "Vado lo stesso a Oderzo, gli organizzatori hanno trovato un'altra sala. Io parlo di persone, parlo della dignità delle persone, chiunque esse siano, quindi si deve parlare dei migranti come delle persone a cui la mafia toglie la dignità. Noi parliamo di persone e nessuno può classificarle secondo le proprie esigenze o le proprie osservazioni. A Oderzo mi fa piacere andare, ci sono stato già altre volte. Potevo andare solo domenica prossima per via dei miei impegni in agenda, mi è stato detto che se si parlava di migranti non era possibile, ma io parlo di persone che hanno bisogno di libertà e di dignità". Don Ciotti ha sottolineato che da parte sua non vi è alcuna intenzione di fare "polemica" con la prima cittadina, Maria Scardellato. "Vedo che a volte ci sono non conoscenza, pregiudizi, disinformazione".

Ma dal centrosinistra non sono mancate critiche per una scelta che è stata definita "vergognosa". "Al di là della beffa per gli organizzatori che hanno dovuto noleggiare una sede alternativa a pagamento - ha affermato il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni - vorrei sottolineare come don Ciotti rappresenti un orgoglio per il nostro Paese: davvero una persona con la sua storia ha bisogno di fornire 'garanzie' sugli argomenti di cui andrà a parlare? Queste sono censure da regime e rappresentano un precedente molto pericoloso, come denunciato anche dalle opposizioni in Consiglio comunale". "Una vera e propria censura", la definisce invece Nicola Pellicani, deputato del Pd e componente della Commissione parlamentare Antimafia.

Anche dalla maggioranza sono state avanzate critiche per la scelta della sindaca: "Quando la Lega censura don Ciotti affinché non parli di mafie e immigrazione desta dubbi e preoccupazione", hanno affermato i senatori del Movimento 5 Stelle Nicola Morra, Presidente della Commissione Antimafia e Giovanni Endrizzi.

Dal canto suo Maria Scardellato ha pubblicato alcuni post su Facebook in cui spiega che non mette in discussione la "statura morale di don Ciotti", che non concedere il patrocinio non significa censurare. «Sono note alcune sue precise prese di posizione politiche che, al di là delle sue intenzioni, assumono connotazioni anche partitiche. Lui stesso ha detto che spesso hanno cercato di mettergli in testa cappelli partitici, e anche le sue magliette rosse sono state ampiamente strumentalizzate. Anche il polverone mediatico che si è scatenato in questi giorni ne è la prova. Se fossi riuscita a parlare con Don Ciotti - ha spiegato il sindaco - molto probabilmente non ci sarebbe stato alcun problema. Gli avrei chiesto, nel caso avesse parlato di immigrazione, di evitare di dare giudizi morali sulla scelta di Salvini di chiudere i porti. Primo perché questa scelta non ha obiettivamente comportato alcun pericolo per le vite dei migranti. È stata piuttosto la facilitazione dei viaggi a richiamare un flusso crescente e a provocare più morti. Secondo perché una posizione di accoglienza incondizionata è ovvia e doverosa per un sacerdote, ma non può essere imposta alla politica, semplicemente perché non può essere la soluzione del problema».

Gli organizzatori della conferenza di domenica hanno invitato il primo cittadino che ha accettato di prendere parte all'incontro.


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