martedì 11 settembre 2018
Dopo le ispezioni di Asl e questura, il Comune notifica la cessazione delle attività a don Massimo Biancalani. La Caritas in prima linea per cercare soluzioni dignitose
Don Massimo Biancalani con uno dei suoi ragazzi (Foto da Facebook)

Don Massimo Biancalani con uno dei suoi ragazzi (Foto da Facebook)

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Nessuna possibilità di eseguire rapidamente i lavori di adeguamento e di messa in sicurezza di locali oggettivamente insicuri e addirittura pericolosi: il Comune di Pistoia lunedì ha notificato al parroco di Vicofaro, don Massimo Biancalani, "l'amico dei migranti", un'ordinanza per la cessazione dell'attività d accoglienza nei locali della canonica.

Il provvedimento è scattato dopo controlli effettuati nelle scorse settimane da Questura, Asl, Vigili urbani e Vigili del fuoco, che hanno mostrato l'inidoneità della struttura, un ex convento del '700, a ospitare così tante persone, tra le 80 e le 100. Molte le criticità e gli elementi di rischio riscontrati nei sopralluoghi dei vari tecnici: dalle cucine all'impianto elettrico, dagli spazi per dormire ai bagni insufficienti. Non solo carenze igieniche, dunque, ma anche problemi di sicurezza antincendio.

Dopo un primo trasferimento dei 12 ospiti "ufficiali" e regolarmente registrati che fanno parte del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) in un centro vicino, a Ramini, tutti gli altri che restano, una 70ina non ricompresi nei percorsi ufficiali dell'accoglienza più alcuni senzatetto italiani, secondo le intenzioni del parroco si sposteranno in chiesa. "La chiesa è grande e dispone di un matroneo molto capiente nel quale potranno trovare posto, senza disturbare" i fedeli, ha detto don Biancalani. "Sono molto contrariato - ha aggiunto il parroco - perché credo che si potesse trovare una mediazione. Decideremo quale strada intraprendere, certamente ci opporremo ricorrendo al Tar contro il provvedimento e inizieremo un digiuno di protesta contro questo provvedimento".

La Diocesi, che alla fine di agosto aveva preso nota della inadeguatezza della struttura e della reale situazione di pericolosità in cui si realizzava l'ospitalità, si è attivata attraverso la Caritas per affrontare l’emergenza, "individuando strutture adeguate per quanti, fuori dai programmi ufficiali di accoglienza, trovano alloggio nella parrocchia di S. Maria Maggiore". Il vescovo Tardelli ha comunque "già dato disposizioni perché d’ora innanzi da parte della Curia diocesana, si metta in atto una più attenta vigilanza su ciò che avviene negli ambienti appartenenti alla chiesa e tutto si svolga nella correttezza e trasparenza da tutti i punti di vista". Il rispetto della legalità è uno dei requisiti.

La Caritas di Pistoia ha esaminato la situazione di almeno metà degli ospiti di Vicofaro, trovando soluzioni più idonee, che però in tanti casi non sono state accettate. Il problema principale è che l'altra metà degli ospiti di don Biancalani si trova in situazione irregolare: fuori dal circuito ufficiale dell'accoglienza, in qualche caso gravati da provvedimenti giudiziari. Molti si sarebbero già allontanati volontariamente dalla parrocchia.

Intanto i parrocchiani e gli amici di don Biancalani stanno raccogliendo fondi per i lavori di messa a norma, raggiungendo al 10 settembre la quota di 16.500 euro.

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