lunedì 25 novembre 2019
Il presule commenta la scelta di don Biancalani, parroco di Vicofaro, di intonare il canto partigiano alla fine della celebrazione
Don Biancalani celebra Messa nella sua chiesa (Foto da Facebook)

Don Biancalani celebra Messa nella sua chiesa (Foto da Facebook)

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«Amarezza, grande amarezza». Così monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, ha commentato l’ennesima uscita di don Massimo Biancalani, che domenica scorsa ha intonato il canto “Bella Ciao” al termine della Messa nella sua parrocchia di Vicofaro, davanti a uno sparuto numero di persone, ignorando i richiami del suo vescovo.

«Purtroppo è questo il mio sentimento prevalente in questo momento, non riesco proprio a capire come dei fedeli cattolici possano non tener conto nella celebrazione liturgica di quelle che sono le indicazioni della Chiesa - ha affermato il vescovo contattato da Avvenire –. Mi risulta incomprensibile come un sacerdote possa disattendere così tranquillamente e quasi a mo’ di sfida, quanto il vescovo dice. Rimango stupito e amareggiato. E tutto per una cosa davvero sciocca che la capiscono anche i bambini: “O bella ciao” è un bellissimo canto che anch’io ho cantato mille volte e sempre con gioia. Tra l’altro, mio padre ha fatto parte delle formazioni partigiane che operarono sulle Alpi Apuane e io ne vado oltremodo fiero. Che però “O bella ciao” non sia un canto liturgico, è talmente ovvio che mi pare superfluo persino dirlo. Che non sia appropriato cantarlo in chiesa, durante o al termine della celebrazione eucaristica, dovrebbe essere evidente, quando ci sono altri luoghi e altri contesti ben più adatti per farlo. Alla Messa, non si canta nemmeno l’inno nazionale! Figuriamoci».

Parole forti, quelle del vescovo di Pistoia, anche nei confronti della politica: «Provo profonda amarezza inoltre per l’ulteriore, e prevedibile, strumentalizzazione di questa vicenda da parte del senatore Matteo Salvini che non perde l’occasione per entrare in polemica, in modo scorretto, nel contesto ecclesiale. Una ulteriore dimostrazione di miopia e, alla fine, di scarso di interesse nei confronti del mondo ecclesiale, “usato”, più che sostenuto. Sento una grande sofferenza per questo chiamare continuamente in mezzo in una specie di rissa mediatica la Chiesa. Mi viene da dire: Basta! È l’ora di finirla con questa insistente chiamata alle armi, alla guerra, alla censura nel nome del Vangelo. Rimbocchiamoci piuttosto le mani per risolvere i problemi!».

Salvini aveva scritto questo post sul suo profilo Facebook: "Ricordate il prete toscano che vorrebbe portare tutta l'Africa in Italia? Oggi concertino 'sardinante' di 'Bella Ciao'... a Messa! Tra un po' lo vedremo a Sanremo! (Roba da matti!)".

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