martedì 23 giugno 2015
Domani il Consiglio dei ministri. Incognita banda larga. Capezzone, da catasto «stime terrificanti». Rinviato dossier banche.
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Gli esperti sono ancora al lavoro, per superare gli ultimi nodi. Ma al Consiglio dei Ministri di domani potrebbe arrivare un pacchetto di decreti fiscali. Anche se l'ordine del giorno non è ancora stato ufficializzato, l'esame dei provvedimenti sembra quasi obbligatorio, visti i tempi - ormai stretti - del ddl delega. Il termine per il varo dei decreti legislativi da parte del governo scade infatti sabato 27 giugno e rinviarli ancora rispetto alla scadenza, in toto o in parte, come pure qualcuno ipotizza, significherebbe un nuovo slittamento dopo quello già reso necessario dalle polemiche nate intorno alle misure sulle sanzioni penali e sulla cosiddetta norma "Salva-Berlusconi". Per questo si lavorerà anche stanotte e domani mattina, ma non è escluso che, alla fine, per qualche decreto possa arrivare un ulteriore slittamento. In arrivo ci sarebbe poi il decreto per risolvere il problema dei dirigenti delle Agenzie Fiscali mentre decisamente in forse restano invece le norme sulle banche (compresa la deducibilità delle perdite), che sembrano allontanarsi addirittura verso la legge di stabilità, e il piano per la banda ultralarga. Matteo Renzi non esclude infatti che per lanciare questa operazione possano bastare i passaggi amministrativi del Cipe, senza ricorrere necessariamente ad un decreto. In vista della riunione di domani sera, la discussione politica non si anima però stavolta intorno alla soglia di punibilità della frode penale, che dovrebbe anzi del tutto scomparire. I rischi peggiori, sia secondo esponenti della maggioranza che della minoranza, sono legati alla maxi-riforma del catasto. Intorno alle novità sulla casa, che dovrebbero portare ad un aggiornamento di un sistema ormai anacronistico, avvicinando i valori catastali a quelli di mercato, circolano, secondo il presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone, "stime terrificanti (anche in sede governativa) in termini di aumenti di gettito". Una riforma del genere sarebbe "un errore politico devastante". Ed anche dal Pd, Giacomo Portas, presidente della Commissione di Vigilanza dell'Anagrafe tributaria, avverte di non usare la casa come "un limone da spremere", puntando anzi a ridurre il carico fiscale sul ceto medio basso. I rischi di una "stangata" sono legati soprattutto alla condizione, presente nella delega ma di non univoca interpretazione, di mantenere con la riforma una sostanziale invarianza di gettito. Se l'invarianza fosse mantenuta solo a livello nazionale, alcune aree del Paese registrerebbero inevitabilmente, secondo molti, impennate dei valori. Confermarla a livello comunale, invece, garantirebbe una maggiore stabilità. Il governo sembrava inizialmente orientato sulla prima opzione, ma ultimamente sembra invece aver corretto il tiro. Le polemiche non si fermano però qui. Da più parti, e non solo esplicitamente come fa ancora Capezzone, si teme infatti un pericoloso "ingolfamento" del Parlamento, già alle prese, alla vigilia dell'estate, con delega P.a., riforma della scuola, ddl concorrenza, dl pensioni, enti locali e riforma Rai. Se poi, come pare probabile, oltre ai decreti delegati arrivasse anche l'atteso provvedimento per sanare la questione dei dirigenti delle Agenzie fiscali e per riordinare le funzioni di Demanio, Entrate e Dogane, il piatto si appesantirebbe ancora di più. Una delle ipotesi al riguardo è per esempio quella di un maggiore decentramento delle attività del Demanio verso la periferia, snellendo la sede centrale.
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