giovedì 30 aprile 2020
Nella pubblicazione, consultabile sul sito dell'Agenzia, vengono spiegate le diverse tipologie e le certificazioni per garantire sicurezza. Come scoprire truffe e imbrogli.
Dogane, una guida sulle mascherine per capire e evitare truffe

Reuters

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C'è una gran confusione sulle mascherine protettive. C'è tra le persone e, più grave, tra le Istituzioni e tra gli stessi imprenditori. Favorendo irregolarità e illegalità. Come emergerebbe, ad esempio, dall'inchiesta che ha coinvolto la Only Logistics, società di cui è amministratrice unica l'ex presidente della Camera, Irene Pivetti, ora accusata di frode. Ad aiutare a capire meglio, e soprattutto correttamente, arriva la "Guida per lo sdoganamento delle mascherine" (QUI IL TESTO), realizzato dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Strumento tecnico, ma di facile lettura e utile per tutti per orientarsi nel fiume di mascherine che sta arrivando nel Paese. Basti pensare che solo nell'ultima settimana in vari aeroporti italiani sono state sdoganate circa 30 milioni di mascherine. Il documento spiega, innanzitutto, che questo materiale si distingue in tre categorie: Dispositivi Medici (le così dette "mascherine chirurgiche") o DM; Dispositivi di Protezione Individuale o DPI (FFP2 e FFP3); Mascherine Generiche (o “filtranti”) che apparentemente sembrano "mascherine chirurgiche" DM ma in realtà non sono né testate né certificate.

Distinguiamo diversi casi in base alle categorie: Dispositivi Medici: 1) se il marchio CE è presente e valido, il dispositivo è sdoganabile immediatamente; 2) se marchio CE non è presente o non è valido occorre inviare apposita autocertificazione all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e attendere la pronuncia di quest’ultimo per immettere i prodotti in commercio. Se il prodotto non ottiene la certificazione, viene declassato a “mascherina generica” e, se non può essere rietichettato come generico (perché ad esempio il finto marchio CE è impresso sul tessuto e non sulla confezione), viene distrutto.

DPI: A) se il marchio CE è presente e valido, il dispositivo è sdoganabile immediatamente; B) se il marchio CE non è presente o non è valido occorre inviare apposita autocertificazione all’INAIL e attendere la pronuncia di quest’ultimo per immettere i prodotti in commercio. Se il prodotto non ottiene la certificazione, come avvenuto per quelle importate dalla Only Logistics, viene declassato a “mascherina generica” e, se non può essere rietichettato come generico (perché ad esempio il finto marchio CE è impresso sul tessuto e non sulla confezione), viene distrutto. Procedura che sarebbe stata violata dalla società della Pivetti.

Mascherine Generiche: le mascherine generiche (o filtranti) possono essere sdoganate solo se soddisfino le condizioni di produzione e messa in commercio: a) non devono recare la marcatura CE; b) le confezioni devono indicare espressamente che non si tratta di un Dispositivo Medico (DM) o Dispositivo di Protezione Individuale (DPI); c) devono essere accompagnate da una avvertenza che indichi chiaramente che non garantiscono in alcun modo la protezione delle vie respiratorie di chi le indossa, che non sono utilizzabili quando sia prescritto l’uso di Dispositivi Medici o Dispositivi di Protezione Individuale (per uso sanitario o sui luoghi di lavoro) bensì, solo a titolo di esempio, quando sia ritenuta comunque utile la copertura di naso e bocca a fini igienico ambientali e per uso della collettività; d) Il Produttore DEVE dichiarare che i Dispositivi Generici non arrecano danni e non determinano rischi aggiuntivi per gli utilizzatori, secondo la destinazione del prodotto. Nel caso in cui queste condizioni non siano soddisfatte il prodotto, qualora sia possibile rietichettarlo, può essere solo “sdoganato condizionatamente” con prescrizioni, obbligo di tracciabilità e con l’impegno a non metterlo in commercio prima di aver sostituito le etichette non a norma con quelle a norma.

Nella Guida c'è anche un'informazione molto utile ai cittadini. Infatti è consentita la vendita singola delle mascherine a condizione che dette informazioni siano chiaramente intellegibili nel luogo di vendita e gli acquirenti ne abbiano consapevolezza al momento dell’acquisto. Altrettanto importante la precisazione che diciture generiche quali “Qualified Certificate”, “Protective Mask” o “Contrasto COVID-19” non possono sostituire il marchio CE né le autorizzazioni dell’INAIL e dell’ISS, anzi "possono rappresentare un elemento atto a confondere i consumatori finali, e quindi ne potrebbe essere richiesta la rimozione come condizione allo sdoganamento qualora il prodotto non ottenga le autorizzazioni previste".

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