mercoledì 3 agosto 2011
Pronti 30mila nuovi posti per gli insegnanti. Ma le liste scontentano tutti: precari e neolaureati. Attesa anche per i corsi abilitanti. Ma con quali prospettive?
- Ma da assumere è la scuola come frontiera di futuro di Enrico Lenzi
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Francesco Scrima, segretario generale CISL Scuola, sui docenti che saranno assunti e i precari in attesa (audio da Radio inBlu)
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Trentamila assunzioni a tempo indeter­minato. E altrettanti docenti precari che riusciranno a raggiungere un traguardo agognato da tempo. A giorni il ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe fornire le cifre definitive e soprattutto la ripartizione di que­ste decine di migliaia di assunzioni, frutto di un accordo raggiunto alcune settimane fa tra i ministeri della Pubblica Istruzione, della Fun­zione pubblica e i sindacati di categoria. Ma a giorni è atteso anche il primo bando sui nuo­vi corsi abilitanti che dovrebbero dare avvio al nuovo percorso di formazione dei futuri do­centi. Un passaggio atteso, quanto temuto, vi­sto che nelle scorse settimane dal ministero di viale Trastevere sono state ipotizzate cifre sul fabbisogno futuro di docenti davvero esigue: poco meno di 9mila insegnanti in tutta Italia. Se si pensa che solo i precari superano le 200mila unità e altre decine di migliaia sono i giovani che hanno concluso il percorso di for­mazione, ma sono ancora privi dell’abilitazio­ne (requisito indispensabile per entrare a pie­no titolo nell’insegnamento), parlare di 9mila posti è davvero una goccia nel mare. Ma anche le trentamila assunzioni di docenti nel nuovo anno scolastico (a cui se ne aggiun­geranno altre 37mila per il personale Ata, cioè il personale amministrativo, tecnico e ausilia­re) sembrano destinate a risolvere solo una piccola parte del precariato. E anche con mol­ti malumori. A destare le maggiori preoccu­pazioni sono le graduatorie presso ogni ufficio provinciale. Dovrebbero essere a esaurimen­to, ma i trasferimenti da una provincia all’al­tra comportano modifiche e variazioni, crean­do di fatto una sorta di «guerra» tra precari, che si vedono magari sorpassati in graduatoria dai nuovi arrivati da altre province. Una situazio­ne complicata, ancora di più dopo la boccia­tura della Corte Costituzionale (nell’aprile scorso) subita dalla decisione di prevedere per il solo biennio 2009/2011 l’inserimento in co­da della graduatoria per i docenti che faceva­no richiesta di iscrizione in un’altra provincia. Insomma un agosto tutt’altro che tranquillo per il corpo docente e che lascia perplessi sulla reale possibilità di iniziare sin dal pri­mo giorno di lezione con tutti i posti catte­dra coperti. Una situazione che preoccupa anche le migliaia di giovani che aspirano a i­niziare la carriera docente. Molti hanno con­cluso il proprio percorso di studi, ma non hanno conseguito alcuna abilitazione. Per loro dovrebbe arrivare un percorso transito­rio per permettere loro di raggiungere alme­no l’abilitazione, ma sul posto in cattedra non esistono sicurezze. Peggio ancora per chi è al­l’inizio di questo percorso. Molto dipenderà appunto dai numeri previsti dal primo ban­do atteso dal ministero della Pubblica Istru­zione. Il vero rischio è che una gran parte di questa generazione di aspiranti docenti lo resti soltanto sulla carta. Una prospettiva preoccupante per una scuola che ha un cor­po docente sempre più anziano.
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