mercoledì 24 luglio 2013
Il ministro Franceschini spiega la decisione: «Abbiamo un calendario molto complicato, non è possibile esaminare 800 emendamenti». Dura critica del Movimento 5 stelle: testo impresentabile. Domani mattina alle 10 avrà inizio il dibattito, poi la votazione.
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Si terrà stamattina (ore 11.30) la votazione sulla fiducia che il governo ha posto alla Camera sul decreto dlegge "Fare". Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Ma non c'è certezza su quando ci sarà il voto finale sul provvedimento: M5S, Lega e Fdi non hanno infatti accettato la diretta televisiva sulle dichiarazioni di voto finali, spiegando che si prenderanno tutto il tempo necessario per intervenire una posizione che determina il "rammarico" del Pd. Il dibattito sulla fiducia avrà inizio alle 10.«Abbiamo un calendario molto complicato prima della pausa estiva e non è possibile esaminare 800 emendamenti». Così il ministro per i Rapporti con il Palrmento, Dario Franceschini, ha spiegato la decisione del governo di porre la fiducia sul dl “Fare” sul testo uscito dalle Commissioni.La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha quindi sospeso la seduta convocando per le ore 12 la conferenza dei capigruppo: in quella sede dovrà essere deciso il prosieguo dei lavori dell'Assemblea. Dopo il voto di fiducia, dalle 12:40 alle 14:30 ci sarà l'esame degli ordini del giorno al decreto, che sarà sospeso alle 15 per il question time ma riprenderà a seguire: a questo punto non c'è più alcuna certezza sui tempi. M5s, Lega e Fdi hanno infatti detto no alla diretta televisiva sulle dichiarazioni di voto finali sul decreto, lasciando intendere che praticheranno ostruzionismo avvalendosi degli strumenti regolamentari che concedono tempi larghi di intervento i deputati sui decreti legge.  Il M5S ha anche detto no alla possibilità che le commissioni Affari costituzionali e Ue possano oggi esaminare la legge sul finanziamento ai partiti e la legge comunitaria. Si riuniranno,di conseguenza, solo le commissioni che esaminano decreti legge. Un ostruzionismo che determina il "rammarico" del capogruppo Pd Roberto Speranza: «Rischia di rallentare - ha spiegato - provvedimenti decisivi, di cui il Paese ha bisogno»M5S: testo impresentabile«Alla fine avevamo presentato otto-nove punti qualificanti di modifica al decreto “del Fare”, punti che avrebbero migliorato un testo pressoché impresentabile. Al governo, però, evidentemente non interessa affatto licenziare norme utili al Paese». È la dura critica dei deputati del Movimento cinque stelle dopo che l'esecutivo ha posto la fiducia sul testo in discussione alla Camera. Tra i punti proposti dai deputati M5S il pagamento degli stagisti del ministero della Giustizia, l'apertura di un fondo di sostegno alle Pmi in cui poter versare le eccedenza degli stipendi dei parlamentari, rendere più aperta la gestione della Cassa depositi e prestiti, rivedere la Tobin Tax per colpire il day trading. «Con questi provvedimenti il Dl “Fare” sarebbe stato almeno presentabile - concludono gli eletti M5S - Al ministro Franceschini abbiamo lasciato intendere che non ci interessa la mera contabilità degli emendamenti presentati o approvati. A noi interessano le modifiche concrete e puntiamo sempre a portare a casa i risultati».Soddisfatta invece Gabriella Giammanco, deputata Pdl: «In linea con quanto avevo chiesto, il Governo ha individuato le coperture finanziarie necessarie a evitare i tagli alle emittenti radiotelevisive locali inizialmente previsti dal provvedimento - spiega -. Si tratta di una decisione di assoluto buon senso, volta a tutelare un settore strategico della piccola e media impresa, struttura portante dell'economia italiana».

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