giovedì 12 marzo 2015
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Tutto ancora da decidere per la legge sul cosiddetto divorzio breve. Il ddl parlamentare è approdato ieri pomeriggio in Aula al Senato per la discussione generale. Il voto forse oggi o, più probabilmente, martedì. Ci sarà quindi quasi certamente un intero weekend a disposizione per far sbollire le tensioni di queste giornate, che hanno visto un dibattito intenso, contrassegnato da posizioni divergenti anche all’interno dello stesso partito di maggioranza relativa. Al momento, l’ipotesi prevalente sembra quella di un compromesso per sbarrare la strada al 'divorzio immediato'. L’impegno di una ventina di senatori, coordinati dal vicepresidente del gruppo Pd, Stefano Lepri, che hanno in più occasioni spiegato le ragioni che dovrebbero consigliare l’inopportunità di bruciare le tappe su un tema così delicato e importante per la vita delle famiglie, dovrebbe aver sortito l’effetto sperato. Sulla questione, il dibattito tra le forze politiche rimane comunque vivissimo. La possibilità di saltare a piè pari la fase della separazione per quelle coppie che lo chiedono congiuntamente al giudice – e che siano senza figli minorenni, o figli maggiorenni con handicap gravi e senza figli al di sotto dei 26 anni non economicamente autosufficienti – era stata introdotta in commissione Giustizia del Senato. «Ma se la discussione sul divorzio express deve rallentare o mettere a rischio l’approvazione delle nuove norme, allora è meglio pensare ad uno stralcio », ha osservato anche il deputato di Fi, Luca D’Alessandro, co-firmatario del provvedimento insieme all’europarlamentare Pd, Alessandra Moretti (all’epoca deputata), già approvato a suo tempo dalla Camera. Sul divorzio immediato le posizioni dei partiti sono, come detto, molto sfumate. Netta l’opposizione di Ncd. Se la tutela della famiglia resta «un obiettivo primario – argomentano le senatrici di Area popolare, Laura Bianconi e Federica Chiavaroli – questo non significa che la famiglia stessa si difenda meglio ostacolando l’accelerazione dei tempi tecnici per divorziare». Insomma, lo spirito del ddl sul divorzio breve è «condivisibile», mentre non lo sono affatto per Ncd «ipotesi legislative estreme, quale quella dell’introduzione del divorzio immediato che, invece, ridurrebbe il matrimonio ad un contratto in prova». Anche la Lega sarebbe contraria, mentre la posizione di Fi risulterebbe più frammentaria. A favore del divorzio diretto Sel, mentre M5S – favorevole al divorzio breve – su quello immediato sarebbe intenzionata a lasciare libertà di coscienza. Divorzio immediato a parte, l’impianto del ddl dovrebbe rimanere quello licenziato dalla Camera che aveva ridotto il tempo tra la separazione e la richiesta di divorzio dai tre anni attuali a 12 mesi per la separazione giudiziale e addirittura a sei per la separazione consensuale.
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