sabato 17 febbraio 2018
Debutto a Roma del progetto promosso dalla Fondazione Basso e partecipato dalla Caritas: l’obiettivo è mettere assieme la ricerca economica, la pratica sociale e le proposte politiche
Foto Ansa: Vincenzo, clochard di Roma

Foto Ansa: Vincenzo, clochard di Roma

COMMENTA E CONDIVIDI

L’allarme per l’aumento delle disparità sociali è divenuto negli ultimi anni uno dei temi forti nel dibattito pubblico. La crisi ha reso più vulnerabile buona parte della popolazione e anche ora che l’economia è tornata al segno più, è svanita la fiducia verso uno sviluppo economico che come una marea crescente fa salire tutte le barche, grandi o piccole che siano. Oggi anche i governanti e le grandi istituzioni internazionali si premurano di qualificare come «inclusiva» la crescita da perseguire.

Mancano però strategie complessive di contrasto alla deriva disegualitaria che anche il nostro Paese sta vivendo. A questo scopo nasce il «Forum Disuguaglianze Diversità», iniziativa presentata ieri a Roma promossa dalla Fondazione Basso insieme ad altre sette organizzazioni del sociale di diversa matrice culturale (ActionAid, Caritas italiana, Cittadinanzattiva, Dedalus, Fondazione comunità di Messina, Legambiente e Uisp) e da un gruppo di ricercatori impegnati nello studio della diseguaglianza e delle sue conseguenze sullo sviluppo. La convinzione è che le crescenti disparità, che non sono la conseguenza ineluttabile del caso ma il prodotto di scelte politiche, «fanno male all’economia, alle persone e al Paese» e «diffondono paura per il futuro e rabbia crescente» e alimentano «intolleranza e dinamiche autoritarie».

L’obiettivo è quello associare all’attività culturale, di ricerca e di pressione nei confronti della politica, le pratiche di chi opera concretamente nel sociale. Non a caso la presentazione del progetto è partita da quattro storie reali di diseguaglianza e di impegno per ridurla, raccontate in prima persona. Quella di Ciro, un ultracinquantenne che ha perso il lavoro, e che oggi, grazie al sostegno delle associazioni e a un impiego in una cooperativa è tornato a 'galleggiare'. Di Mariangela, che in un isolato comune del Casertano, dove l’accesso alla sanità pubblica è quasi un miraggio, ha organizzato un servizio di trasporto per permettere alle donne di fare uno screening medico completo. Di Mimmo, presidente di una cooperativa di birrai a Messina, lasciato a terra dall’azienda per cui lavorava, che è riuscito a riprendere l’attività, «un orgoglio da 4 milioni di bottiglie».

E infine di Paola che in Campania, in una zona di camorra e speculazione edilizia, ha lanciato una produzione agricola di qualità su proprietà pubbliche abbandonate. Il Forum vuole «disegnare politiche pubbliche e azioni collettive che riducano le disparità e favoriscano il pieno sviluppo di ogni persona », ha spiegato l’economista ed ex ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, uno degli esponenti del comitato promotore. «Contro la disuguaglianza serve una visione condivisa e una risposta di sistema», nello spirito dell’articolo 3 della Costitutizone che impone di «rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza».

Per farlo bisogna cambiare il «senso comune», perché oggi «parole come uguaglianza evocano in molti l’idea di limitare la libertà e il merito, imporre gabelle e rendere lo Stato più invasivo», mentre si tratta di di dare a ognuno una «libertà sostanziale sostenibile, favorendo «il pieno sviluppo della persona». Il Forum presenterà entro l’anno un insieme di misure calibrate sull’Italia per ridurre i divari sociali, ispirate al lavoro dell’economista britannico Anthony Atkinson. Tra gli obiettivi, quelli di orientare il cambiamento tecnologico a tutela e non contro la dimensione umana del lavoro e l’occupazione; dare un maggiore potere negoziale ai lavoratori nelle imprese; bilanciare la distribuzione di ricchezza nel trasferimento tra le generazioni; tutelare i piccoli risparmiatori. Un approccio più ampio di quelle del solo contrasto alla povertà. Perchè non basta redistribuire, occorre predistribuire, riducendo i divari dove si forma la ricchezza. Anche per superare, dicono al Forum, l’effetto 'tela di Penelope': quando la realtà delle cose disfa di notte quello che l’impegno privato e pubblico cerca di tessere di giorno.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: