venerdì 5 novembre 2010
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Il Cavaliere chiede ai finiani di scoprire le carte. Questi replicano che la mano decisiva si giocherà a Perugia con la convention di Generazione Italia. E il mazziere sarà Gianfranco Fini, che tiene celati eventuali colpi a sorpresa. Su tutti l’eventuale appoggio esterno. Linea che potrebbe esser decisa nella riunione di stamattina del board di Futuro e libertà, che metterà a punto gli ultimi dettagli del raduno. Alcuni finiani escludono l’uscita dall’esecutivo. Altri la danno per probabile, dopo che ieri è trapelato che il presidente della Camera avrebbe condiviso con i suoi un giudizio netto sul discorso di Berlusconi: deludente, tardivo e senza prospettiva. Ricostruzione, «priva di fondamento», si affretta a smentire il suo portavoce Fabrizio Alfano. Fini «esprimerà il suo pensiero in modo inequivocabile domenica mattina a Perugia».Un appuntamento che, giura Italo Bocchino, non sarà indolore: «Il passaggio di domenica non sarà insignificante, non può restare tutto com’è». Nella lunga partita che si gioca tra due dei tre primattori del centrodestra, si avvicina, dunque la resa dei conti. E come al solito ai toni duri si alternano quelli battaglieri. In attesa che il presidente della Camera riveli le sue decisioni da capopartito - che dia, insomma, quella che Roberto Menia ha definito la sua «autentica interpretazione» – le reazioni al discorso tenuto dal premier alla direzione del Pdl sono state dure. Critico persino il solitamente compassato coordinatore di Fli, Adolfo Urso, che parla di «relazione chiaramente difensiva e non pienamente consapevole della complessità dei problemi e della aspettative degli italiani». «Deludente» e «debole» sono gli aggettivi che si rincorrono nella dichiarazioni dell’ala più intransigente, rappresentata, oltre che da Bocchino, da Fabio Granata e Carmelo Briguglio. Per quest’ultimo «come accadde per Mirabello, Berlusconi parla a ridosso dei nostri eventi nel vano tentativo di influenzarne la traiettoria». Che, però, assicura Enzo Raisi, non conduce all’appoggio esterno, «cose da prima Repubblica, stucchevoli». E, dunque? Dunque, occorre rispondere ai segnali che comunque il leader del Pdl manda: patto di legislatura e rinnovato sistema di alleanze. Per il capo dei senatori, Pasquale Viespoli «più che con la retorica del "nuovo inizio", a Perugia Fli dovrà compiere scelte impegnative e fondamentali», per «affermare che un nuovo centrodestra è possibile». Anche Silvano Moffa e Giuseppe Consolo sottolineano le aperture, declinandole in vittoria. Toni di trionfo che si riverberano sui numeri. Dopo le recenti defezioni di alcuni parlamentari del Pdl, i finiani annunciano che mille circoli di Michela Vittoria Brambilla, cioè circa la metà, starebbero passando sotto le loro insegne. Ciò dimostrerebbe la presa di un «progetto politico più concreto e rispondente a una società che cambia», afferma il responsabile adesioni Aldo Di Biagio. Il ministro del Turismo smentisce. E aggiunge che se defezioni ci sono state, si tratta di «opportunisti della politica. Di costoro facciamo volentieri a meno. Ma per dieci persone che prendono strade diverse ce ne sono cento nuove che arrivano».
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