giovedì 25 ottobre 2012
​Sono 225 i siti fuorilegge, molti dei quali al Centrosud. In 16 è stato trovato materiale pericoloso. Se non si provvederà a sanare le irregolarità, l'ammenda sarà aumentata di oltre 250 mila euro al giorno. VAI AL DOSSIER
La beffa di dover buttare via denaro di Antonio Maria Mira
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Nuova, ma prevedibile, "bacchettata" dell’Europa all’Italia in materia di rifiuti. Che ci costerà 56 milioni di euro e, se non provvederemo, altri 256mila al giorno. E si rischia seriamente di dover pagare la multa per non aver ancora proceduto alla bonifica di 255 discariche illegali - 16 con rifiuti pericolosi - sparse per tutta la Penisola, ma concentrate soprattutto nelle regioni del centro-sud (51 in Campania, 43 in Calabria, 37 in Abruzzo, 32 nel Lazio, 24 in Sicilia). La Commissione europea - su proposta del responsabile per l’ambiente Janez Potocnik - ha infatti chiesto ieri alla Corte di giustizia Ue di condannare l’Italia per non aver rispettato la sentenza sulle stesse discariche emessa dalla stessa Corte nell’aprile del 2007 e di sanzionarla, per questo, con una multa da 56 milioni. Più un’ammenda da 256.819,20 euro al giorno per tutto il periodo che passerà dalla pronuncia di un’eventuale seconda condanna a quando la situazione italiana non sarà stata totalmente sanata.«Nonostante gli impegni assunti dalle autorità italiane nel 2007 e alcuni progressi significativi compiuti – sottolinea la Commissione – solo 31 discariche problematiche saranno bonificate entro la fine del 2012 e un calendario completo per l’ultimazione dei lavori è stato programmato unicamente per 132 discariche. Inoltre – rileva ancora Bruxelles – la Commissione non dispone di informazioni da cui risulti che l’Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare l’apertura di nuove discariche illegali».Ma quello delle discariche è solo il sintomo di una malattia più grave. Di sistema. L’Italia, ricorda infatti l’esecutivo Ue, occupa appena il ventesimo posto, tra i 27 Paesi comunitari, nella classifica dell’efficienza nella gestione dei rifiuti. Sul totale di quelli urbani ben il 51% finisce in discarica (contro una media Ue del 38%) e quelli riciclati non vanno oltre il 21% (il 25% nella media Ue).Ma potrebbe presto arrivare una nuova "botta". È ancora pendente la procedura d’infrazione aperta per le discariche in Campania. E, vista l’attuale situazione, appare molto probabile, e alcune fonti di  Bruxelles lo confermano, l’arrivo di un nuovo deferimento alla Corte.Si tratta di «una storia a due facce: la prima è la cattiva gestione» in alcune parti d’Italia, l’altra «riguarda il fatto che le discariche abusive devono essere risanate» ma al momento sono ferme. È il commento del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, secondo il quale per sbloccare le bonifiche delle discariche si «allentino i vincoli del Patto di stabilità», dal momento che molti enti locali hanno «progetti e programmi», oltre che risorse da usare, ma «non riescono ad utilizzarle» proprio per i vincoli. Per Clini il problema che si pone è lo stesso del dissesto idrogeologico. Si tratta di «decidere se per rispettare il Patto di stabilità dobbiamo pagare il costo dei danni» di frane e alluvioni o della malagestione dei rifiuti, oppure, insiste, «cominciare a considerare di allentare in alcuni casi i vincoli del Patto di stabilità».
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