mercoledì 13 novembre 2019
La incredibile vicenda del sito Martucci: gli indagati sono stati tutti assolti, ma ora l'Arpa Puglia decreta che 20mila metri cubi di percolato sono stati inghiottiti dal terreno
Conversano, la discarica è una bomba ecologica. Ma nessuno è colpevole
COMMENTA E CONDIVIDI

Ventimila metri cubi di percolato ingoiati dal terreno negli ultimi sei anni e mezzo. Insieme ad almeno altri duemilacinquecento metri cubi di acque piovane, che si sarebbero dovute invece smaltire. La discarica Martucci a Conversano, provincia di Bari, è una specie di bomba già scoppiata, stando alla relazione che l’Arpa Puglia ha messo a punto dopo i sopralluoghi. Sequestrata dalla magistratura nell’aprile 2013, da allora (e nonostante il dissequestro quattro anni più tardi) – scrive l’Arpa – in quella discarica niente «estrazione e raccolta del percolato, con invio allo smaltimento» e nemmeno «delle acque meteoriche di prima pioggia». E questa, anche da sola, è già, «più che rilevante, problematica».

Ma la sua storia lascia poco spazio ai dubbi, Avvenire se ne occupò il 7 febbraio e il 13 maggio 2018. Uno dei capisquadra che lavoravano nelle discariche della “Lombardi ecologia srl” (nel frattempo fallita), Domenico Lestingi, denunciò nel 2012 quanto vi veniva sversato anni. Subito dopo viene aggredito, gli spaccano il naso, trova proiettili in macchina, gli arrivano lettere minatorie. Non molla. E porta più volte i Carabinieri del Noe a verificare quel che dice. Intanto i Carabinieri ascoltano anche parecchie conversazioni

telefoniche. Come quella fra il chimico e il progettista della discarica col primo che si arrabbia col secondo: «Le analisi che abbiamo fatto sono chiare, da un anno avresti dovuto far partire la bonifica della falda,
punto»
. Ancora il chimico: «Se tu mi scrivi nelle analisi "quattrocento" e i limite è cinquanta, avrai un problema, no?!».

Rinviati a giudizio, gli imputati chiedono il rito abbreviato. Poi la Procura, a sua volta, chiede condanne per «presunto disastro ambientale». Invece nel maggio 2018 vengono tutti assolti dal Gup di Bari. Nonostante le prove raccolte dal Noe, nonostante la Procura avesse motivato con 138 pagine l’inquinamento della falda causato dalla discarica, nonostante l’avvocatura distrettuale di Bari, che rappresentava il ministero dell’Ambiente, avesse sottolineato come «i valori di nitrati a ridosso della discarica e a valle sono evidenza di una interazione fra le acque di falda e il percolato in discarica», nonostante le memorie dei rappresentanti legali dei nove comuni parti civili, sostenessero che «ci sono stati veri e propri attacchi alla salute ambientale» e citando proprio, fra le altre cose, l’accumulo di percolato in fondo alle vasche di raccolta e
il mancato o cattivo smaltimento di questo». Aggiungendo che se la discarica finora non ha prodotto gli effetti che si temevano sulla salute e sull’ambiente, non è detto che non si verifichino in futuro».

Un anno e mezzo dopo quella sentenza, ecco la relazione, assai allarmante, dell’Arpa. Non bastasse quanto scritto all’inizio, «per mancanza di assistenza e supporto, non è stato possibile acclarare presenza e livello del percolato eventualmente accumulato sul fondo della discarica», annota l’Agenzia regionale per l’ambiente. Così, «nulla è dato conoscere sulla gestione del percolato». Ma è facile capire dove siano finiti quei ventimila metri cubi prodotti, non fosse solo perché «la capacità di stoccaggio dell’impianto è di soli quarantacinque metri cubi».

Fin qui si parla del “Lotto III” della discarica. Il “Lotto I” è messo nello stesso modo. Ugualmente «non si hanno informazioni sulla gestione del percolato». Poi «il corpo del Lotto di discarica appare perfettamente pianeggiante e non quindi nella classica forma a “panettone” che garantisce il deflusso delle acque meteoriche incidenti».

Ancora, «non sono visibili pozzi di captazione di percolato e gli ulteriori apprestamenti proprio di una discarica in post gestione». E nemmeno «si è avuto modo di acquisire gli atti autorizzativi, le postazioni delle acque sotterranee e le procedure che hanno portato alla modifica dell’assetto originario dello stesso Lotto».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: