giovedì 18 novembre 2010
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Fondate, in tanti casi, grazie a lasciti testamentari di famiglie benefattrici o sorte per volontà di parrocchie, le scuole dell’infanzia della Fism sono profondamente radicate nei territori di appartenenza. Così non sono pochi gli esempi di fattiva collaborazione con le amministrazioni municipali, attraverso la stipula di convenzioni per la fornitura di servizi. Tra questi, ai primi posti, anche per lo scarso, quasi nullo contributo statale, figurano gli accordi per insegnanti di sostegno o educatori professionali abilitati a seguire gli alunni disabili.Sono molti gli esempi in questo senso, presentati dalla Fism al Salone dell’educazione di Genova. In Brianza, a Monza, la Federazione delle scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana ha da tempo stipulato una convenzione con il Comune che prevede l’invio di un educatore professionale per ciascun bambino disabile iscritto. Nella Bergamasca, invece, è stato sottoscritto un accordo con l’Azienda consortile dei Comuni dell’Isola, per l’invio di un’equipe specializzata, composta anche da una neuropsichiatra, nelle scuole dove sono iscritti disabili. Compito del gruppo di specialisti è effettuare un accurato screening delle condizioni dell’alunno per individuare possibili criticità ancora non evidenziate. Questo intervento, spiegano alla Fism, consente alle insegnanti di lavorare con maggior serenità e di conoscere meglio i bambini.Sempre nella provincia orobica, è stata stipulata una convenzione con il Comune di Bergamo, che prevede la creazione di reti di mutuo aiuto tra le scuole per lo scambio di esperienze e buone pratiche.Con l’amministrazione di Brescia, invece, è attiva un’intesa per insegnanti di sostegno e lo stesso tipo di intervento è previsto anche a Verona.Interessante l’esperienza portata avanti dalla Fism di Lecco, con la Provincia e l’Azienda sanitaria locale. Nel progetto, che è stato denominato “Integra-azione” è stata messa in funzione una “rete” per favorire l’inserimento degli alunni disabili, costituita con gli enti locali e le scuole. Il dato che è emerso è quello di una presenza sempre maggiore di alunni disabili, anche gravi. In relazione all’aumento dei bambini con handicap, sono aumentate anche le risorse per la loro integrazione anche se, come è emerso dall’indagine, non sempre in maniera adeguata. Nel progetto è stato evidenziato come sia necessario individuare e condividere sul territorio linee guida, fattori di qualità, criteri organizzativi per favorire l’inserimento dei piccoli, valorizzando e formando continuamente anche le varie figure professionali, da quella dell’insegnante a quella dell’educatore, dando ascolto al vissuto delle famiglie e operando un continuo e fecondo confronto tra i vari soggetti coinvolti.
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