lunedì 13 novembre 2017
Nel parlamentino dem il partito si ricompatta attorno al segretario. Condivisa la necessità di tornare alla coalizione di centrosinistra con Mdp. Il segretario: insieme ma senza rinnegare quanto fatto
Renzi: riforma della cittadinanza ok ma senza problemi per il governo
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Riunione della direzione nazionale nella sede Pd di largo del Nazareno. Dopo l'introduzione del presidente Matteo Orfini, arriva la relazione di Matteo Renzi. In prima fila ad ascoltarlo c'è il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. E Renzi ribadisce la volontà di portare a casa la legge sulo ius soli temperato e sullo ius culturae: «Dobbiamo togliere dal campo» del dibattito sulle coalizioni, dice, «il tema dei diritti. Non è che facciamo lo ius soli per fare l'accordo con Mdp. Lo facciamo perché un diritto è un diritto, senza scambiarlo in un accordo di coalizione. Cercheremo di farlo, senza creare alcuna difficoltà alla chiusura ordinata della legislatura, rispettando ciò che il governo e la coalizione vorranno fare, non pensiamo siano temi su cui fare l'accordo».

Sul fronte interno Renzi ribadisce la necessità di fare quadrato: «Siamo alle porte della campagna elettorale e lo sforzo unitario che si chiede all'esterno va praticato all'interno in primis da chi dirige e questo che vuol dire parlare del paese e con il paese». Da ieri sera è in corso la trattativa tra il Nazareno e la minoranza dem per trovare un'intesa su un documento comune da votare in direzione. La minoranza di Michele Emiliano e Andrea Orlando avrebbe chiesto a Matteo Renzi di far suoi nella relazione alcuni temi, dal confronto sul jobs act all'impegno per la costruzione del centrosinistra.

Ma di certo Renzi non intende rinnegare la sua azione di governo: «In questi anni si è prodotto un miglioramento del Paese: meno tasse, più posti di lavoro, più fiducia, un terzo settore che diventa il primo, e domani - afferma il segretario - i dati del Pil dimostreranno che la situazione economica migliora non solo per il ciclo in corso«. Insomma: »A chi dice cancelliamo il passato per ragionare del futuro, dico che dobbiamo rivendicare con forza quello che abbiamo fatto. Certo ci sono stati limiti e difficoltà ma in questi anni si è prodotto un miglioramento del Paese. Abbiamo recuperato il gap, abbiamo rimesso in moto il Paese e abbiamo tanto da fare. Ma chi si esercita in richieste di abiura di quanto fatto, non si rende conto di dove eravamo tre anni fa».

L'appello di Renzi all'unità sembra trovare consensi. Michele Emiliano nel suo intervento sostiene lo sforzo nell'apertura alla costruzione della coalizione del centrosinistra e si dice pronto a votare il documento unitario che sarà messo ai voti al termine della direzione. Dal Mdp però per ora arriva il "no grazie" di Pierluigi Bersani: «Benissimo quelli che fanno appelli - risponde - e siamo anche noi per l'unità, però ci dicano cosa intendono fare per cambiare. C'è un pezzo di elettorato che del centrosinistra a traino Pd e del Pd a traino renziano non ne vuol sapere. Come si fa a farli tornare? Cambiando radicalmente proposte, smettendo l'arroganza del governo, dando un messaggio in sintonia con la vita dei cittadini. Se solo si fanno promesse la gente non crede. Negli ultimi tre anni siamo stati insieme, anche Mdp, ma l'Italia non la pensa così».

E la direzione si conclude con il voto sul documento politico presentato dalla maggioranza del partito che passa senza alcun voto contrario. Michele Emiliano e Gianni Cuperlo votano a favore, mentre l'area di minoranza che fa capo ad Andrea Orlando - 14 voti - si astiene. «Sull'ordine del giorno presentato da Guerini e Martina, cui riconosciamo il lavoro fatto - spiega Andrea Martella, coordinatore dell'area Orlando - il nostro voto è stato di astensione perché abbiamo apprezzato lo sforzo fatto da Renzi nella relazione e nelle conclusioni. Ci sono passi in avanti sulla linea innanzitutto in relazione alla coalizione del centrosinistra: verificheremo nei prossimi giorni come verrà data attuazione a questa linea».

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