lunedì 13 febbraio 2017
Passa la linea di Renzi. A favore 107 voti, 12 contrari e 5 astenuti. Approvato l’ordine del giorno: l’assemblea del partito si svolgerà sabato e domenica
Il Pd va a congresso: dure manovre sulla data. Renzi: si è chiuso un ciclo
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Il Pd si avvia ad anticipare il congresso rispetto alla scadenza di dicembre, in una prova di forza voluta dal segretario Matteo Renzi per confermare la propria leadership, mentre la minoranza minaccia da settimane la scissione ed è contraria ad accelerare i tempi dell'assise.

La direzione del Partito democratico dopo una discussione di 4 ore ha approvato l'ordine del giorno di maggioranza per avviare subito, con un Assemblea nazionale del Pd che si svolgerà tra sabato e domenica, il congresso del partito. A favore hanno votato in 107 sì, 12 contrari e 5 astenuti.
"Facciamo il congresso. Torniamo alla politica, a fronte di quello che sta avvenendo fuori di qui, a fronte delle speranze che il Pd suscita, noi vi aspettiamo lì", ha detto Renzi aprendo la direzione del partito. "Si chiude un ciclo".

Sabato o domenica prossimi si terrà l'Assemblea nazionale del Pd che dovrà fissare l'avvio dell'iter congressuale e probabilmente anche la data delle primarie. Per anticipare il congresso, lo statuto del Pd richiede le dimissioni del segretario, che potrebbero arrivare nel corso dell'assemblea.
L'ex premier ha anche detto che l'anticipazione del congresso non è legata alle possibili elezioni anticipate: "Il congresso del Pd non si fa per decidere la data delle elezioni".

«Dal giorno del referendum la politica ha fatto un passo indietro»

"Siamo qui per parlare con molta franchezza perché dal giorno dopo il referendum la politica italiana ha messo le lancette indietro, è tornata a metodi che avevamo dimenticato. Nel Pd sono tornati i caminetti e la domanda principale è diventata non il Paese ma quanto dura la legislatura, quando si fa il congresso. La discussione interna è incardinata sulle polemiche e accuse reciproche, con litigi e accuse non sulle proposte. E questo in casa nostra ma non solo", ha detto Renzi nel suo intervento. "Evitiamo la personalizzazione del dopo referendum" ha aggiunto l'ex premier precisando che anche gli altri partiti non stanno bene. "Sel sta per scindersi, Salvini e Berlusconi litigano, i Cinque stelle sono dilaniati al loro interno con una ferocia non immaginabile fino a poche settimane fa".

La sfida: congresso prima del voto

"Credo che sia buon senso da parte di chi ha responsabilità di conduzione di una comunità accettare l'invito a fare il congresso prima delle elezioni. Non voglio scissioni. Ma se deve essere sia una scissione sulle idee, senza alibi, e non sul calendario", ha detto ancora Renzi nel suo intervento.

"Ho un'idea alta del congresso e ancor di più della scissione. È un momento drammatico che mette in subbuglio i sentimenti. Discutiamo le linee politiche e poi ci dividiamo. Mai avrei pensato a una discussione sul calendario: o si fa il congresso prima delle elezioni o è scissione. È una specie di ricatto morale e sono allergico ai ricatti". "Agli amici e compagni della minoranza voglio dire 'mi spiace, se costituisco il vostro incubo ma non sarete mai il nostro avversario'. Gli avversari sono fuori da questa stanza".

Cambiare le regole sull'austerity

"Io non voglio violare le regole europee, voglio discuterle e se possibile cambiarle. Non è facile ma è un dovere morale per chi ha fatto una battaglia contro la politica dell'austerity e il pareggio di bilancio". Lo ha detto Renzi alla direzione Pd, ringraziando il ministro Pier Carlo Padoan presente in platea. Renzi sottolinea come un "passaggio straordinario" la possibilità di ridiscutere il fiscal compact: "Io penso che non funzioni", afferma.

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