martedì 26 giugno 2018
Nel documento «Migranti, inquietudine e disagio» il Consiglio pastorale e l'arcivescovo Delpini si rivolgono alle comunità cristiane e ai politici. Per dire no all'apatia, agli slogan, alle polemiche
«I poveri muoiono in mare. Vai a Messa? Basta indifferenza»
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«Quello che succede, nel Mediterraneo, in Italia e in Europa può lasciare indifferenti i cristiani? Possono i cristiani stare tranquilli e ignorare i drammi che si svolgono sotto i loro occhi? Possono coloro che partecipano alla Messa della domenica essere muti e sordi di fronte al dramma di tanti poveri, che sono, per i discepoli del Signore, fratelli e sorelle? Gli innumerevoli gesti di solidarietà, la straordinaria generosità delle nostre comunità può consentire di "avere la coscienza a posto" mentre intorno a noi c’è gente che soffre troppo, che fa troppa fatica, che paga a troppo caro prezzo una speranza di libertà e di benessere?». Sono domande forti, provocatorie, necessarie, quelle messe nero su bianco dal Consiglio pastorale della diocesi di Milano e dall’arcivescovo Mario Delpini nel documento firmato insieme e pubblicato integralmente su www.chiesadimilano.it col titolo «Migranti, inquietudine e disagio».

Il «disagio» dell'assemblea sinodale

Un documento breve e incalzante, quello steso domenica 24 giugno a Triuggio (Monza) al termine della sessione del Consiglio pastorale diocesano riunito come «assemblea sinodale» per il Sinodo minore «Chiesa dalle genti. Responsabilità e prospettive». Da quella riunione è emerso «un condiviso disagio per vicende su cui la cronaca quotidiana attira l’attenzione e suscita emozioni e reazioni in tutti gli italiani». Vicende che non ammettono l’indifferenza. E generano domande.

Gli slogan? Non bastano

«Che cosa sta succedendo nel Mediterraneo, in Italia e in Europa? I cristiani che sono cittadini italiani vorrebbero sapere, vorrebbero capire. Può bastare un titolo di giornale per leggere una situazione? Può bastare uno slogan per giustificare una decisione? Pensiamo di aver diritto a una informazione comprensibile, pacata, argomentata»: ecco la prima richiesta formulata dal Consiglio pastorale (formato da preti, diaconi, religiosi e, soprattutto, laici). «Di fronte al fenomeno tanto complesso della mobilità umana, delle migrazioni, delle tragedie che convincono ad affrontare qualsiasi pericolo e sofferenza pur di scappare dal proprio Paese – prosegue il documento – la comunità internazionale, l’Europa, l’Italia possono rassegnarsi all’impotenza, a interventi maldestri, a logorarsi in discussioni e contenziosi, mentre uomini e donne, bambini e bambine muoiono in mare, vittime di mercanti di esseri umani?». E poi: «I governanti che i cittadini italiani hanno eletto possono sottrarsi al compito di spiegare quello che stanno facendo, di argomentare di fronte ai cittadini il loro progetto politico, che onori la Costituzione, la tradizione del popolo italiano, i sentimenti della nostra gente?».

Stop all'indifferenza

Ce n’è per tutti, dunque. Per i cittadini. Per i politici. Per la società civile. E per chi va Messa. E non può restare «muto e sordo» di fronte a tutto quello che sta accadendo. Il Consiglio pastorale diocesano, con il suo arcivescovo, «vuole condividere il disagio che prova, le domande che sorgono, l’urgenza di interventi, iniziative, parole che dicano speranze di futuro e passi di civiltà. Vorremmo che nessuno rimanga indifferente, che nessuno dorma tranquillo, che nessuno si sottragga a una preghiera, che nessuno declini le sue responsabilità».

Con i poveri, tutti

Il documento nasce all’indomani del grande pranzo multietnico di sabato 23 giugno al Parco Sempione di Milano che ha visto Delpini benedire la città «per le sue chiese dove si prega per tutti» e la partecipazione di diecimila commensali e di 150 associazioni. Fra loro, numerose quelle di ispirazione cristiana o espressione della diocesi: da Caritas Ambrosiana a Casa della Carità, dalle Acli alla Comunità di Sant’Egidio, dall’Opera Cardinal Ferrari ai Somaschi ai Fratelli di San Francesco (e l’elenco è incompleto). Tutte realtà impegnate ogni giorno al fianco dei poveri – tutti, italiani e stranieri – nelle periferie di Milano e del territorio diocesano. Volto di una Chiesa dalle genti alla quale non basta farsi prossimo ed essere solidale e operosa a 360 gradi per sentirsi la coscienza a posto. E lasciare in pace quelle degli altri.

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