mercoledì 8 aprile 2020
Il Fondo San Giuseppe, grazie alle donazioni di cittadini e fedeli, ora dispone di risorse per 5 milioni di euro. Con Pasqua i primi aiuti a chi ha perso il lavoro a causa dell'epidemia
Milano non dimentica chi è in difficoltà. Il Fondo San Giuseppe, istituito dalla diocesi ambrosiana, è pronto a dare un aiuto a chi ha perso lavoro e reddito a causa del coronavirus

Milano non dimentica chi è in difficoltà. Il Fondo San Giuseppe, istituito dalla diocesi ambrosiana, è pronto a dare un aiuto a chi ha perso lavoro e reddito a causa del coronavirus - Fotogramma

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Un milione e 49mila euro. È la cifra raccolta in 15 giorni grazie alle donazioni di cittadini e fedeli pervenute al Fondo San Giuseppe, istituito dall'arcidiocesi di Milano per aiutare le persone che hanno perso il lavoro e il reddito a causa dell'emergenza coronavirus. In questo modo, grazie alla dotazione iniziale di 4 milioni di euro (2 dati dalla diocesi, 2 dal Comune di Milano), il Fondo intitolato al patrono dei lavoratori dispone di risorse per oltre cinque milioni.

E mentre la solidarietà delle terre ambrosiane continua a dare prova di sé, anche in questo tempo di emergenza sanitaria e di blocco delle attività economiche e lavorative, il Fondo voluto dalla diocesi e nato con la collaborazione del Comune di Milano è pronto a erogare i primi aiuti. Che giungeranno dunque a chi è nel bisogno già per Pasqua o nei giorni immediatamente successivi.

CON PASQUA I PRIMI AIUTI
«Su un totale di 126 domande già pervenute, il Consiglio di Gestione, riunitosi mercoledì 8 aprile, ha approvato le prime 24 per un’erogazione complessiva di 36mila e 600 euro – rende noto un comunicato di Caritas Ambrosiana –. Nei prossimi giorni, in alcuni casi entro domenica, i candidati riceveranno il contributo. La cifra potrà variare dai 400 agli 800 euro al mese a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare e arriverà direttamente sul conto corrente o sarà consegnata, tramite assegno, dal parroco. Il sostegno sarà garantito per tre mesi, rinnovabili, in caso di necessità per altri due».

GUALZETTI: LA CRISI COLPISCE I PIU' DEBOLI
«I profili che emergono dalle prime richieste di aiuto mostrano quanto pesanti sino già stati gli effetti del lockdown per le fasce più deboli della popolazione, il popolo dei lavoretti che vive ai margini del mercato dell’occupazione e per questa ragione è escluso da ogni tutela – spiega Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Chi oggi galleggia sulla linea della povertà, finirà sotto, se non arriveremo in tempo e a quel punto sarà molto più difficile poi aiutarlo a riemergere».

Ecco dunque la sfida: agire presto e agire bene perché la crisi sociale, occupazionale ed economica innescata dall'emergenza sanitaria non divenga ingestibile e irreversibile, a danno – come sta già accadendo – delle categorie sociali più fragili e svantaggiate. La risposta della solidarietà ambrosiana è incoraggiante, come testimonia il milione e passa di euro raccolto in 15 giorni. «Nonostante le celebrazioni siano sospese e i sacerdoti non abbiano potuto rilanciare l’appello presso le proprie comunità – sottolineano in Caritas – l’esortazione a fare ognuno la propria parte, avvenuto esclusivamente attraverso i mezzi di comunicazione e i social, ha fatto breccia».

A CHI SI RIVOLGE IL FONDO SAN GIUSEPPE
Annunciato dall'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, il 22 marzo scorso, nella Messa per la quarta domenica di Quaresima presieduta dallo stesso presule nella chiesa dell'Istituto Sacra Famiglia a Cesano Boscone, il Fondo San Giuseppe «si rivolge a disoccupati a causa della crisi Covid-19 (ad esempio dipendenti a tempo determinato cui non è stato rinnovato il contratto), lavoratori precari (contratti a chiamata, occasionali, soci di cooperativa con busta paga a zero ore), lavoratori autonomi – ricorda il comunicato della Caritas –. Per accedervi occorre essere regolarmente domiciliati sul territorio della diocesi ambrosiana, essere disoccupati dal primo marzo 2020 o aver drasticamente ridotto le proprie occasioni di lavoro e non avere entrate familiari superiori a 400 euro mese a persona».

Il Fondo opera attraverso i volontari dei centri d'ascolto diffusi nel territorio della diocesu e grazie agli organismi statutari (Consiglio di Gestione e Segreteria) che già avevano gestito il Fondo Famiglia Lavoro voluto dall'allora arcivescovo, il cardinale Dionigi Tettamanzi, e annunciato nella Notte di Natale del 2008 per far fronte alla crisi economica. Una nuova stagione di crisi ispira, ora, questa nuova iniziativa della Chiesa ambrosiana, che si offre come strumento di carattere emergenziale e temporaneo ad affiancare il Fondo Diamo Lavoro – come il Fondo Famiglia Lavoro è stato battezzato nella sua ultima fase.
Dal 25 marzo scorso è possibile presentare le domande, secondo due modalità: compilando il form sul sito del fondo o contattando il centro di ascolto parrocchiale più vicino.

DALL'OPERAIO EDILE ALLA PARRUCCHIERA
Giovanni (il suo nome, come quelli che seguono, è di fantasia), è stato uno dei primi a chiedere aiuto. «Sono un operaio edile ma i cantieri sono tutti fermi e da due mesi sono senza stipendio – spiega nella sua domanda –. Tra affitto (400 euro), gli alimenti a mia moglie (300 euro) da cui sono separato e le rate per il furgone (200 euro) che ho comprato per lavorare, non so più come far quadrare i conti». Valentina invece è titolare di un piccolo negozio, dove ripara e confeziona scarpe su misura. Ha sospeso l’attività per partorire la sua seconda bambina. Contava di rimettersi al lavoro e invece è arrivata l'epidemia, a bloccare tutto.

«Sono separata dal mio compagno e ora non so più come andare avanti: la situazione sta peggiorando, giorno dopo giorno, perché non ho più soldi per pagare l'affitto di casa (650 euro) quello del negozio (550 euro) per acquistare cibo e pannolini. Sono veramente disperata. Vi chiedo gentilmente aiuto!». «Vado in casa delle signore e offro taglio, messa in piega, manicure e pedicure – racconta, dal canto suo, Annalisa –. Da un mese le mie clienti hanno smesso di chiamarmi, ma nel frattempo le bollette continuano ad arrivare e io non so più come pagarle».

COME SOSTENERE IL FONDO SAN GIUSEPPE
https://www.fondofamiglialavoro.it/

Per offerte: causale Fondo San Giuseppe

- Conto Corrente Bancario, Credito Valtellinese, IBAN: IT17Y0521601631000000000578, Intestato a: Caritas Ambrosiana Onlus - Donazione detraibile/deducibile.
- Conto Corrente Postale, Numero: 13576228, Intestato a: Caritas Ambrosiana Onlus - Donazione detraibile/deducibile
- Conto Corrente Bancario, Credito Valtellinese, IBAN: IT94I0521601631000000002405, Intestato a: Arcidiocesi di Milano

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