mercoledì 18 marzo 2020
Si vuole aiutare chi arriva da fuori per collaborare alla lotta al Covid-19 e per i pendolari che adesso si trovano in seria difficoltà
Al lavoro all'ospedale di Cremona ai tempi del coronavirus

Al lavoro all'ospedale di Cremona ai tempi del coronavirus - Ansa / Ufficio stampa ospedale di Cremona

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Favorire l’accoglienza del personale sanitario di altri territori negli ospedali locali. È quanto stanno facendo le diocesi lombarde. A partire da quella di Bergamo. Dove il vescovo Francesco Beschi ha messo a disposizione gratuitamente, per medici e infermieri, 50 stanze del seminario diocesano, in Città alta, per sostenere quegli operatori sanitari, spesso pendolari, che si ritrovano a lavorare nelle strutture ospedaliere. Una opportunità per garantire «un po’ di riposo all’eroico sforzo» che il personale sanitario sta garantendo in questi giorni. Per informazioni, è possibile contattare il numero 035.286401.

Nei giorni scorsi la diocesi, tramite la Caritas e in collaborazione con Confindustria e L’Eco di Bergamo, ha avviato una raccolta fondi che ha superato 155.000 euro; il ricavato sarà dedicato all’accoglienza di malati meno gravi di coronavirus (o in via di guarigione) nelle strutture non ospedaliere.

Da Bergamo a Cremona, dove si chiama "Io avrò cura di te" il progetto realizzato dalla diocesi, in collaborazione con la Asst locale per fornire un alloggio gratuito a quegli operatori sanitari che stanno giungendo in città per aiutare il personale dell’Ospedale Maggiore. Poiché la situazione nel nosocomio è difficile, e molti dipendenti svolgono turni massacranti, spesso non sfuggendo al contagio, la direzione ha chiesto rinforzi per il personale che arriva dalle più diverse parti d’Italia.

Così la Caritas e la Fondazione San Facio stanno coordinando la disponibilità di alloggi gratuiti non solo per chi è troppo distante dal domicilio ma anche per gli operatori che decidono di abitare fuori dalle residenze abituali per evitare di mettere a rischio i parenti. Sono state individuate già alcune strutture in città oltre al Centro di spiritualità di Caravaggio. La diocesi sta inoltre implementando altri progetti, tra cui il sostegno psicologico a distanza, grazie al personale dei 3 consultori di ispirazione cattolica: uno nel capoluogo, gli altri a Viadana e a Caravaggio. È inoltre in via di definizione una rete che assicuri servizi primari e di prossimità agli anziani e a chi si trova in uno stato di fragilità.

A Varese, invece, l’ospedale è un cantiere aperto per individuare sempre nuovi spazi e posti letto per l’emergenza. Altri quattro posti sono stati allestiti nell’emergency room del pronto soccorso. Ma ora la dirigenza pensa alle esigenze del personale sanitario perché si attende l’arrivo di nuovi medici e infermieri. E così la villa di via Nelson Cenci, accanto all’ospedale di Circolo, diventa una specie di bed and breakfast.

Si tratta di una proprietà dell’Asst dei Sette Laghi che la direzione ha destinato a convitto per medici e infermieri che vengono da lontano. Gli alloggi sono stati pensati con la formula del b&b, con tariffe agevolate. Completamente arredato e attrezzato, il convitto potrà ospitare fino a 8 persone, in camere doppie, con cucina e aree comuni. Intanto, si stanno completando i lavori all’ospedale di Cuasso, che l’Asst dei Sette Laghi ha individuato per ospitare i pazienti senza febbre ma che risultano positivi al coronavirus e non possono ancora rientrare a domicilio. Si lavora per avere fino a 134 posti letto.

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