mercoledì 16 aprile 2014
Aveva parlato male di un collega senza nominarlo ma rendendolo identificabile: annullata l'assoluzione.
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Chi parla male di una persona su Facebook, senza nominarla direttamente, ma indicando particolari che possono renderla identificabile, va incontro a una condanna per diffamazione. Lo si evince da una sentenza con cui la prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio l'assoluzione, pronunciata dalla Corte militare d'appello di Roma, nei confronti di un maresciallo della Guardia di Finanza, che, sul proprio profilo Fb, aveva usato espressioni diffamatorie nei confronti del collega che lo aveva sostituito in un incarico.
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