venerdì 9 settembre 2011
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Le Province non ci stanno a passare per sanguisughe di denaro pubblico. Non accettano il ruolo di peso morto dell’organigramma dello Stato, quindi contestano la decisione d’essere cancellate. «Ci sarà un aumento della spesa pubblica», ha dichiarato il presidente dell’Upi (Unione delle province d’Italia), Giuseppe Castiglione, aggiungendo d’essere «pronti a trasferire la battaglia in parlamento» e annunciando per giovedì una mobilitazione dei presidenti e dei consiglieri provinciali. A fine agosto l’Upi ha distribuito un dossier in cui fa i conti in tasca allo Stato, snocciolando cifre, facendo raffronti e avanzando sottotraccia delle proposte per razionalizzare il sistema. "Le Province allo specchio. Le funzioni, i bilanci, i costi" è il titolo delle nove fitte pagine che aprono anche una finestra sul resto dell’Europa. In apertura del dossier trova spazio la spesa pubblica complessiva relativa al 2010, con dati garantiti dalla Decisione di Finanza pubblica 2010-2013. La somma totale è pari a 807 miliardi di euro, così suddivisi: 182 per l’amministrazione centrale, 298 per la previdenza, 72 per gli interessi sul debito, 73 per i Comuni. Solo le Regioni si portano via 170 miliardi, 114 dei quali solo per la sanità. Infine ci sono le province, che secondo l’inchiesta dell’Upi costano 12 miliardi. Cioè, precisano, solo l’1,5% della spesa pubblica complessiva del Paese. Schema assai interessante è quello che racconta i costi della politica, con l’elenco dettagliato delle spese necessarie non a tenere in piedi i vari organi istituzionali ma a pagare le indennità dei politici. Per il Parlamento servono 416.320.681 di euro, di cui 155.055.000 per il Senato e 306.265.681 per la Camera dei deputati. Consiglieri, assessori e presidenti delle Regioni pesano invece sulle nostre tasche per 907.097.922 euro. I Comuni costano 617.070.878 euro e le Province 113.635.599. Per una spesa complessiva pari a poco più di due miliardi di euro. Per quanto riguarda Camera e Senato, nei dati sono compresi indennità, rimborsi e i vitalizi per gli ex parlamentari. Il dossier dedica un passaggio agli oltre 7mila enti strumentali (consorzi, aziende, società) che occupano circa 24mila persone solo nei consigli d’amministrazione. «Il costo dei compensi, le spese di rappresentanza, il funzionamento dei consigli d’amministrazione – precisa l’inchiesta dell’Upi – organi collegiali, delle società pubbliche o partecipate nel 2010 è pari a 2,5 miliardi». Ampio spazio trova, ancora, il costo degli enti, delle aziende e delle società pubbliche sociali: 3.667.554.666 di euro solo per gli enti e le agenzie regionali. «Il totale delle spese per il funzionamento di società, aziende, consorzi ed enti regionali, provinciali e comunali – aggiunge l’Upi – è 7.131.458.375, 33 euro». Non manca un ampio settore dell’indagine che accende i riflettori sui compiti delle Province, che nel 2010 hanno sostenuto «spese per circa 12 miliardi di euro – sottolinea il dossier – in marcata flessione rispetto al triennio precedente: -1 miliardo e 360 milioni di euro rispetto al 2008». Segue un rapporto analitico sulle singole voci di spesa: 1 miliardo e 451 milioni di euro per mobilità, viabilità trasporti; 3 miliardi e 328 milioni di euro per gestione del territorio e tutela ambientale; 2 miliardi e 234 milioni per edilizia scolastica, funzionamento delle scuole e formazione professionale; 1 miliardo e 142 milioni per sviluppo economico e servizi per il mercato del lavoro. e poi tutto il resto. A cominciare dai 113 milioni di euro lordi per l’indennità degli amministratori.
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