lunedì 29 ottobre 2018
«Avremmo dovuto sborsare più di 20 miliardi di euro per annullare il Tap», dice il vicepremier. Mentre sulla Tav si va verso la rinegoziazione. Protesta di Confindustria: Consiglio a Torino
Di Maio: siamo sotto attacco, restiamo uniti
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«Siamo sotto attacco, è vero, ma siamo seduti dalla parte giusta della Storia e se avanzeremo insieme compatti anche la vittoria di questa battaglia sarà nostra. Ma dobbiamo essere compatti. Molto compatti. Fusi insieme. Come lo era la testuggine romana» che «veniva usata in particolare durante gli assedi. È bene infatti avere molto chiaro che dalla compattezza della testuggine del Movimento dipende non solo il futuro del governo, ma anche quello del nostro Paese». Così il vicepremier e capo politico del M5s Luigi Di Maio a Marcianise (Caserta), alla presentazione del nuovo servizio di Mercitalia, il servizio di trasporto merci su alta velocità.

Dopo aver fatto marcia indietro sul gasdotto Transadriatic Pipeline (Tap) in Puglia, arriva il richiamo di Di Maio ai militanti grillini (anche sul blog).
Venerdì scorso il governo, dopo una valutazione di legittimità affidata al ministero dell'Ambiente, ha confermato che il Tap si farà, nonostante il M5s fosse contrario durante la campagna elettorale, anche perché annullarlo avrebbe costi «insostenibili»: più di 20 miliardi di euro.

Il Tap è un progetto da 40 miliardi di dollari realizzato da un consorzio internazionale di cui Snam ha il 20%, che porterà in Italia dal 2020 il gas dall'Azerbaigian, nell'Asia Centrale. Il procedimento era stato approvato nel 2014, e nel 2017 il Consiglio di Stato si era già pronunciato sulla sua legittimità. I vari ricorsi presentati da cittadini ed enti locali pugliesi non sono mai stati accolti. La notizia del via libera da parte del governo ha provocato manifestazioni di protesta contro il M5s in Puglia e contestazioni interne verso la linea di Di Maio, a cui alcuni contestano di essere troppo schiacciato sulle posizioni della Lega di Matteo Salvini. Il vice premier però ha rivendicato oggi i successi del movimento. «Nel giro di quattro mesi e mezzo abbiamo portato a casa metà del programma elettorale votato da un terzo degli italiani», scrive Di Maio, denunciando «vili attacchi da tutti i fronti esterni (che) hanno varie conseguenze e state vedendo lo spread che si alza, i commissari Ue che sono uomini di partito che ogni giorno sparano contro l'Italia, le agenzie di rating che o abbassano il rating o parlano di "outlook negativo" perché alla fine tutti sanno benissimo che i fondamentali dell'Italia sono solidissimi e che non abbiamo alcuna intenzione di uscire dall'euro».

Ma Di Maio ammette che «oggi nel nostro esercito alcuni stanno dando segni di cedimento e visto che tra di noi siamo in famiglia è bene che queste cose ce le diciamo. Questi cedimenti non ce li possiamo permettere».

Per questo, il vice premier invita alla compattezza. Di Maio conclude con una minaccia: «Siamo tutti portavoce della volontà dei cittadini che hanno votato un programma e un contratto di governo. Qualsiasi altro comportamento non è da Movimento 5 Stelle e non sarà assecondato».

Mentre sulla Tav il leader pentastellato sembra deciso: «Per quanto mi riguarda non c'è alcun chiarimento da fare. La Tav, e quindi la rinegoziazione del progetto Tav, è dentro al contratto di governo. Lo abbiamo firmato e lo abbiamo fatto votare ai nostri iscritti».

Tuttavia Confindustria ribadisce «con forza
l'assoluta necessità di completare i lavori della Tav». E annuncia «che proprio a Torino convocherà un Consiglio generale straordinario allargato alla partecipazione dei presidenti di tutte le Associazioni Territoriali d'Italia per protestare insieme contro una scelta, il blocco degli investimenti, che mortifica l'economia e l'occupazione del Paese».


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