sabato 12 ottobre 2019
Alla kermesse del decennale ovazione per Conte che ricambia: «Vi definivano l’antipolitica, invece onorate le istituzioni. Non farò mai un mio partito»
Beppe Grillo alla kermesse napoletana per i 10 anni della nascita del Movimento 5 stelle (Ansa)

Beppe Grillo alla kermesse napoletana per i 10 anni della nascita del Movimento 5 stelle (Ansa)

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Dalla cerchia ristretta di amici e collaboratori confidano che Beppe Grillo ha preparato il ritorno al centro della scena politica per settimane e con cura certosina. Lunghe giornate di studio, letture e riflessioni. Poi, ieri mattina, subito dopo colazione, un ultimo ripasso all’intervento durante un vertice nella hall dell’hotel limitrofo al sito della festa per il decennale. Il fondatore si intrattiene un’ora a conversare con il ministro Stefano Patuanelli, tra la citazione di alcuni passaggi del volume del saggista ungherese Arthur Koestler, "L’atto della creazione" (testo usato come traccia dal fondatore per impostare lo show) e uno scambio di idee sulla direzione che deve prendere il M5s che verrà.

A sera, davanti ai 6mila spettatori di un’Arena Flegrea gremita, il monologo comincia, anticipato da un video in cui Grillo compare truccato da Joker: «Basta piagnistei per l’alleanza col Pd, stavolta il "vaffa" è per voi», dice il garante, suscitando l’applauso liberatorio della platea. «Il mondo cambia, la Cina avanza e stiamo ancora a dire "onestà onestà".... Non c’era altra scelta,» ribadisce. «Siamo cambiati ma non dovete esseri depressi», sprona i suoi con la consueta irriverenza.

L’intervento del comico chiude il sipario sulla prima giornata di "Italia 5 stelle" alla Mostra d’Oltremare. Sul palco, prima di Grillo, sale lo "stato maggiore" al completo: da Luigi Di Maio a Roberto Fico, passando per Davide Casaleggio. Ospite d’eccezione, Giuseppe Conte. Il capo politico svela un nuovo pacchetto di riforme per il Paese e una organizzazione rinnovata con «80-90 persone» che gestisca a livello regionale e nazionale il Movimento.

Il leader campano arriva all’appuntamento forte di una guida che il plauso della base certifica. «Noi siamo post-ideologici, e vuol dire cercare una terza via», spiega Di Maio, annunciando il prossimo traguardo del Movimento al governo: «Una riforma, anche costituzionale, in cui su ogni problema, su ogni settore, ogni cittadino sappia qual è l’ente di riferimento che può portare una soluzione».

Il ministro degli Esteri prova a spegnere le voci sul dualismo con il premier mostrandosi al suo fianco. E Conte smentisce l’ipotesi di fughe in avanti: «Ci sono già molti soggetti politici, dobbiamo lavorare con le forze di maggioranza e io lavoro benissimo con i M5s», negando di fondare un suo partito. La parola ricorrente, insomma, è unità. Fico sostiene che «chi pensa al proprio ego porta a scissioni». E anche Casaleggio invita a evitare forfait.

La giornata scorre tra tanti bagni di folla per i "big" pentastellati, in un ottobre partenopeo con temperature estive. Si formano gruppi di curiosi ai gazebo e al centro del "villaggio" c’è un lungo murales che ripercorre le tappe più significative di dieci anni vissuti sulle montagne russe. Proprio l’alleanza con il Pd è stato l’argomento più discusso, soprattutto tra gli stand regionali. Di Maio, al di là delle dichiarazioni ufficiali, non chiude la porta alla proposta di Nicola Zingaretti di rendere l’alleanza strutturale. «Dire non è all’ordine del giorno significa che lo potrebbe diventare nel prossimo futuro», è l’interpretazione data dal suo entourage.

Del resto, il pressing di tanti dirigenti del Movimento si fa sentire. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, è chiaro: «Cominciamo dal patto civico in Umbria, poi mi auguro che l’esperimento si possa ripetere in altre Regioni, ma questo lo vedremo di volta in volta». Cautela, ma nessuna chiusura è anche la linea di Roberta Lombardi, dirigente storica e capogruppo in Regione Lazio: «Il test umbro potrebbe non rimanere isolato, diciamo che con il Pd abbiamo iniziato a frequentarci da poco ed è ancora troppo presto per impegnarsi con un matrimonio stabile». Sottotraccia si sta valutando un eventuale accordo coi dem in Emilia Romagna, anche se gli ostacoli non mancano. La strada di un percorso giallo-rosso condiviso pure a livello locale, però, sembra in discesa.

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