giovedì 30 maggio 2019
Il Blog delle stelle: "Con 56.127 preferenze espresse, la nostra piattaforma online ha fatto registrare il record assoluto". I favorevoli alla sua leadership a quota 80 per cento
La piattaforma Rousseau conferma Di Maio capo politico del Movimento
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Gli esami non finiscono mai per Luigi Di Maio. Anzi, il test di ieri era una passeggiata di salute in confronto alle sfide che il leader pentastellato dovrà affrontare già a partire dalle prossime ore nel Movimento e nel governo gialloverde. Certo, l’80% delle preferenze con cui è stato confermato capo politico è proprio l’esito che il leader campano sognava di ottenere alla vigilia del sondaggio: «Avevo bisogno di un sostegno pieno», commenta a caldo con il suo staff, tirando un sospiro di sollievo per la poltrona mantenuta. Le proporzioni della vittoria, del resto, sono praticamente identiche a quelle che lo incoronarono a Rimini nel settembre del 2017. In 44.849, su 56.127 votanti (record di partecipazione nella breve storia della piattaforma Rousseau) gli hanno rinnovato la fiducia. Ma le grane non mancano visto che in tanti, a partire da Roberto Fico, mostrano contrarietà alla scelta del referendum e preferiscono astenersi.

Di Maio comunque, incassato il sostegno "virtuale", promette una svolta in arrivo: «Ora ripartiamo più forti ma non mi monto la testa, è il momento dell’umiltà». Come già preannunciato nell’assemblea degli sfoghi finita a notte fonda, la sconfitta alle Europee è destinata ad innescare una riorganizzazione a 360 gradi dei meccanismi interni al Movimento.

Non sarà, tuttavia, una riforma accettata di buon grado da tutti. Già nel corso dell’assemblea, quando è emerso il tema della costituzione di una sorta di segreteria politica (o comitato dei saggi o cabina di regia) in tanti hanno chiesto al capo politico che si trattasse di persone elette dai gruppi e non nominate dall’alto. Saranno, tuttavia, accontentati a metà. «Domani avrete già novità sul rinnovo di alcuni ruoli e procedure interne», anticipa Di Maio che sta studiando il restyling con i fedelissimi. Ogni mossa viene effettuata in sintonia con Davide Casaleggio, ma anche ascoltando i suggerimenti che arrivano dal presidente della Camera e, con maggiore cautela, da Alessandro Di Battista. Interventi ci saranno anche nella macchina organizzativa. Anche perché le tensioni hanno messo nel mirino la «tanto discussa» (come ammette lo stesso Di Maio) comunicazione. «Abbiamo bisogno di anteporre alla parola comunicazione, la parola etica», dice non a caso Fico.

Nelle prossime settimane, assicura il vicepremier, si avrà una nuova struttura organizzativa che deve prevedere «compiti precisi» in capo a persone «individuate dal M5S». Probabile, quindi, il nuovo ricorso alla piattaforma online. La cabina di regia avrà deleghe ben precise sui temi, sui territori e sulle liste civiche, vero e proprio trampolino con cui il Movimento proverà a risalire la china nei prossimi appuntamenti elettorali. Nel team potrebbero rientrare anche esponenti non considerati "dimaiani" di ferro, proprio per dare l’idea di un allargamento. Per cui i nomi che circolano sono quelli di Paola Taverna, Nicola Morra, oltre ai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva.

A proposito di "prove" che attendono il leader, oggi alle 15 in sala Tatarella a Montecitorio si terrà un’assemblea con i referenti del Movimento nelle regioni (capigruppo e/o candidati presidenti). Nel corso del vertice gli esponenti degli enti locali faranno presente al capo politico una serie di problemi e lacune: «I meet-up sul territorio sono allo sbando e non si riesce a mai a comunicare con parlamentari e sottosegretari al governo», sono le lamentele più diffuse.

Incalzato dall’insofferenza dei suoi parlamentari sull’atteggiamento della Lega, Di Maio si prepara anche a sfidare Salvini. «Si scordi di fare il presidente del Consiglio di un nuovo governo M5s-Lega in caso di voto anticipato», avvertono dal suo entourage. Non a caso recentemente il vicepremier si è cautelato aprendo un canale di dialogo anche con il Pd. Perché se la situazione dovesse precipitare il leader del Movimento non vuole farsi trovare impreparato, ma con un piano B in tasca.

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