giovedì 7 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
ROMA «Non solo andremo al riesame, ma anche all’incidente probatorio. Terremmo ferma la produzione quanto servirà. Vogliamo andare fino in fondo perché siamo sicuri di quello che abbiamo fatto sia sulla qualità dell’acqua che sulle emissioni. Non siamo avvelenatori». Così l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, nel corso di un’audizione ieri alla Camera, in merito all’indagine in corso da parte della Procura di Potenza, che ha sequestrato gli impianti e di conseguenza ha costretto a sospendere l’attività produttiva di Val d’Agri. Eni, al di là delle verifiche indipendenti effettuate attraverso esperti nazionali e internazionali, ritiene «innanzitutto proprio interesse primario chiarire in modo assoluto che le proprie attività sono condotte nel rispetto dell’ambiente e della legge». Per questo motivo la 'società del cane a sei zampe' ha deciso di chiedere al più presto al Tribunale del Riesame una rivalutazione del provvedimento di sequestro. Inoltre, al fine di fare chiarezza su aspetti tecnici «su cui appaiono sussistere valutazioni difformi e controverse», Eni intende chiedere l’accertamento in campo e in contraddittorio, mediante un incidente probatorio, della correttezza delle modalità di operatività dell’impianto e in particolare della mancanza di pericolosità delle acque reiniettate. «Eni – si legge ancora nella nota dell’azienda con sede a San Donato Milanese – a prescindere dalle verifiche periodiche e continuative che il Centro Olio Val d’Agri adotta sulla propria attività nel pieno rispetto dei requisiti normativi e autorizzativi, appena a conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale che coinvolge le attività del Centro, ha avviato una serie di approfondimenti aggiuntivi e indipendenti e che ne assicurassero un alto livello di terzietà, al fine di fornire un quadro quanto più oggettivo e veritiero sullo stato attuale di tutti i profili interessati dall’attività industriale». Alla Procura della Repubblica di Potenza, inoltre, «sono state depositate le chiavi di accesso a un portale internet sul quale venivano inviati in tempo reale i risultati delle indagini svolte». «Abbiamo investito miliardi e abbiamo la coscienza a posto su quello che produciamo – ha sottolineato De Scalzi –. Sono fiero di vivere in quella che alcuni definiscono una pattumiera: è casa mia ed è la più bella e pulita al mondo. Chi dice che l’Eni è una pattumiera venga a dirmelo in faccia». Scendendo nello specifico della vicenda Val d’Agri, l’ad ha ribadito di «voler andare fino in fondo» per dimostrare la correttezza dell’Eni. «Teniamo ferma la produzione per due o tre anni? Non mi interessa, voglio andare fino in fondo. Abbiamo e ho la coscienza a posto». Il blocco della produzione in Val d’Agri, tuttavia, metterà a rischio la redditività della raffineria di Taranto. «Taranto vive dell’olio di Val d’Agri e quindi abbiamo una doppia conseguenza: non stiamo producendo in Val d’Agri e Taranto avrà grossi problemi». Per alimentare la raffineria «dovremo cercare olio da altre produzioni e ci verrà a costare molto di più. Gli stoccaggi presenti in raffineria sono per circa una settimana». Maurizio Carucci
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: