mercoledì 7 febbraio 2018
Nel 2012 ruba un escavatore, chiama i carabinieri, va a disseppellire quanto hanno sversato in un campo, lo arrestano. Si apre l'inchiesta e cinque anni dopo, al processo vengono chieste 9 condanne
La rivincita di Domenico, che denunciò la Terra dei fuochi barese
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Nessuno gli dava retta. Denuncia più volte, blocca la pesa della discarica, sale su un traliccio alto trenta metri, niente. Lavora in discarica, è capo squadra, ma Domenico Lestingi non conosce i rifiuti, né le leggi. Quando capisce, quando si rende conto di ciò che accade e cosa sversano, non può stare a guardare. E alla fine non ne può più. Ruba un escavatore, spacca il cancello della discarica, chiama i carabinieri, va a disseppellire quel che avevano sversato in un campo, lo arrestano. «La mia libertà era meno importante della salute di tantissima gente», racconta. Adesso l’inchiesta adesso si apre, è il 2012.

Era capo squadra nelle discariche della "Lombardi ecologia srl" a Conversano e nel sud est barese. Dopo aver denunciato, accadono cose strane: lo aggrediscono e gli spaccano il setto nasale, trova proiettili in macchina, gli arrivano lettere minatorie. Non molla. Porta più volte i Carabinieri del Noe a verificare quel che dice.

Si va a processo, gli imputati chiedono il rito abbreviato. L'avvocato che difende i proprietari della discarica, Francesco Paolo Sisto (che è anche parlamentare di Forza Italia), è perentorio: «Abbiamo chiesto il rito abbreviato - spiega - nella certezza evidente che non vi siano forme d'inquinamento della falda e che quindi non vi siano responsabilità collegabili alle discariche». La Procura la pensa diversamente e ha chiesto nove condanne per «presunto disastro ambientale».

Domenico Lestingi ha riportato agli inquirenti cose da brividi. «I rifiuti pericolosi arrivavano da tutta Italia. Abbiamo ricevuto tanti fanghi industriali, abbiamo ricevuto balle di concerie, abbiamo bruciato o seppellito farmaci un po' dappertutto... Abbiamo violato la legge infinite volte».

Gli uomini del Noe ascoltano anche parecchie conversazioni telefoniche. Come quella fra il chimico e il progettista della discarica col primo che si arrabbia col secondo: «Le analisi che abbiamo fatto sono chiare, da un anno avresti dovuto far partire la bonifica della falda, punto». Ancora il chimico: «Se tu mi scrivi nelle analisi "quattrocento" e i limite è cinquanta, avrai un problema, no?!»

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