venerdì 19 giugno 2020
158 i favorevoli su altrettanti votanti su 162 presenti. Assenti i senatori di centrodestra. Il voto di ieri è stato annullato a causa della mancanza del numero legale dei presenti in aula
L'aula del Senato

L'aula del Senato - Ansa

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Passa la fiducia al Senato sul decreto legge per le prossime elezioni suppletive, regionali e comunali con l'election day per il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, con il voto ripetuto dopo che era stato accertato che ieri era mancato il numero legale. 158 i favorevoli su altrettanti votanti su 162 presenti. Assenti i senatori del centrodestra. Ora il provvedimento, che andava convertito entro oggi pena la decadenza, può entrare in vigore.

Si è tenuto al Senato un breve incontro informale della maggioranza prima dell'inizio della seduta. Dopo quanto accaduto ieri sera, con l'annullamento del voto, il clima, tra la buvette e il Transatlantico di Palazzo Madama, appare sereno. In aula, invece, la maggioranza ha criticato la presidente Elisabetta Casellati. Il voto di fiducia al Senato sul dl elezioni è stato annullato a causa della mancanza del numero legale dei presenti in aula. Lo si apprende dai gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione che hanno già allertato i loro senatori. Erano presenti in aula 149 parlamentari, ma l'asticella del numero legale sembra essere quella di 150 presenze. E su questo la presidenza di Palazzo Madama ha fatto le verifiche riscontrando un errore nel computo dei congedi. Un errore definito tecnico che comporterà una nuova votazione. Un precedente simile risale ad una seduta del 1989.


«Sono profondamente amareggiata di quanto accaduto, non c'ero io ma mi assumo le mie responsabilità. C'è stato un errore non imputabile a nessuno. Ho appreso ieri sera alle 20,45 che c'era stato questo problema. Mi si può dire tutto ma che si imputi alla Presidenza un errore informatico mi pare eccessivo. Chiedo scusa ma non posso rimproverarmi nulla - afferma la presidente del Senato Elisabetta Casellati -. Poi se mancava una maggioranza non è attribuibile alla Presidenza".

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