domenica 21 settembre 2014
A Pesaro il progetto di "favole di genere" coinvolge 10mila bambini dai tre anni in su. In dubbio anche la preventiva approvazione dei genitori.
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Non ha fatto in tempo a suonare la campanella d’inizio anno che alcune scuole si trovano già indirizzate in percorsi di lettura di “favole di genere” per bambini dai tre anni in su. Succede nella provincia di Pesaro dove è stato avviato il progetto “Adotta l’autore” dal titolo “Dalla parte delle bambine”. «Vogliamo riflettere – scrivono i promotori – sugli stereotipi di genere ancora presenti in famiglia e a scuola, analizzare la letteratura dell’infanzia fornendo agli insegnanti strumenti utili a “decostruire” i modelli educativi di stampo discriminatorio ancora esistenti». L’iniziativa coinvolge 400 insegnanti e quasi 10mila ragazzini e prevede una quota di 5 euro ad alunno a carico delle famiglie. Il progetto, curato dalla libreria “Le Foglie d’Oro” di Pesaro, gode del patrocinio dell’Ufficio scolastico provinciale, Regione, Provincia e vari comuni.  Ma sul percorso pesarese ci sono numerose perplessità come quella di Paolo Marchionni ed Emanuela Lulli di “Scienza&Vita” Pesaro, Fano e Urbino, secondo i quali «dietro un titolo politically correct si intravede l’idea di sdoganare l’ideologia gender». Per Angelo Crescentini, presidente provinciale della Federazione italiana scuole materne, «la realizzazione di progetti come questo deve essere confrontata con i detentori del diritto ad educare i figli, cioè i genitori». E sta già pensando ad un incontro pubblico su questi temi Franco Marini, dell’Ufficio Scuola dell’Arcidiocesi di Pesaro «perché – dice – la maggior parte dei docenti non conosce questa teoria».  Nel dibattito pesarese emerge la voce degli insegnanti come Samuele Giombi, preside del liceo “Torelli” di Fano: «La prevenzione di ogni comportamento prepotente a scuola – si domanda – passa necessariamente per l’assunzione di tesi gender?». Netta la posizione dell’A.Ge, Associazione italiana genitori. «Nel mese di luglio – sottolinea Ivana Staffolani, presidente A.Ge Marche – abbiamo deciso di approcciare l’argomento della teoria gender in Regione con una lettera, poiché essendo i progetti sull’affettività extra curricolari, debbono avere la preventiva approvazione dei genitori. L’Ufficio Scolastico delle Marche non ci ha risposto». In un comunicato stampa alcuni sponsor dell’iniziativa tra i quali Provincia, Comune di Pesaro e Ufficio scolastico provinciale scrivono: «Il tema è stato frainteso e non ha nulla a che vedere con la filosofia gender né si propone di decostruire il maschile e femminile». La replica arriva dal settimanale interdiocesano Il Nuovo Amico: «Nessun fraintendimento, piuttosto al convegno di presentazione abbiamo ravvisato un uso frequente di concetti della “teoria gender”, ad esempio nella presentazione del progetto “La scuola fa la differenza”, dell’associazione “Scosse” con tanto di spot del catalogo di fiabe per “bambin*”. Qui si può leggere la storia di una famiglia voluta da due mamme, con quattro bambini e tre gatti o il “Catalogo dei genitori” da cui scegliere una nuova famiglia secondo il proprio gusto».
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