martedì 10 settembre 2013
ll relatore Augello spiazza con la carta pregiudiziali per allungare i tempi. Pd e M5S: no a dilazioni. Si riparte oggi alle 20, è previsto un primo voto.
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Si parte, ed è subito scontro nella Giunta per le elezioni del Senato, chiamata a decidere della decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore per gli effetti della legge anti-corruzione. Anche se, dopo la lunga seduta di ieri e la lunghissima relazione introduttiva del relatore pidiellino Andrea Augello che spiazza tutti giocando la carta delle "pregiudiziali" (vedi a lato), i lavori vengono aggiornati a questa sera alle 20. Lo showdown, con una rottura che al momento torna a sembrare difficilmente evitabile, potrebbe aversi già oggi o più probabilmente domani. La prima pausa scatta per venire incontro alla richiesta del Pdl, che minacciava altrimenti una rottura immediata della collaborazione nella maggioranza.È l’epilogo di una giornata iniziata in un’atmosfera surreale, nella sala di Sant’Ivo alla Sapienza in corso Rinascimento (accanto al Senato), con il cortile invaso da una folla di operatori dei media, anche stranieri, dirette tv e la sala rigorosamente off limits per i giornalisti, in grado di percepire ogni tanto uno spiffero da qualche senatore in "pausa d’aria". Il relatore Augello ha presentato in un primo tempo tre pregiudiziali di costituzionalità sulla legge Severino e solo dopo ha avviato la lettura della sua relazione di 80 pagine, fitta di argomentazioni giuridiche. Democratici e soprattutto grillini hanno chiesto a più riprese un pronunciamento - da mettere ai voti - del relatore sulla decadenza. Che il relatore si è guardato bene dall’offrire, in attesa dei pareri richiesti. «Sarebbe auspicabile affidarsi a un giudice come quello di Lussemburgo che in 8-9 settimane giudicherebbe ammissibile o no il ricorso di costituzionalità», ha detto Augello. Ma non sembra esserci aria per gli approfondimenti e i ricorsi richiesti, e una messa in minoranza della linea del relatore (se non mettesse ai voti la decadenza) porterebbe alla nomina di un nuovo relatore. Questo avrebbe conseguenze sulla tenuta delle larghe intese e farebbe cadere il governo? «Non dipende da me», ha tagliato corto Augello, difendendo la sua proposta delle pregiudiziali che, ha precisato, «non ha nessun intento dilatorio, né di accelerare». Un atteggiamento però che ha indisposto altri senatori, a partire dal grillino Michele Giarrusso: «Ha presentato delle relazioni mancanti delle conclusioni». I democratici, per evitare ulteriori slittamenti, sostengono che il voto sulle pregiudiziali equivarrà al voto sull’intera relazione. Anche qui, pderò, i pareri divergono: Augello ha ribattuto che le pregiudiziali vanno intese come «preliminari» alla relazione vera e propria e che, pertanto, i voti dovrebbero essere due.E pure sulla questione delle dimissioni in caso di bocciatura delle pregiudiziali, il relatore sembra averci ripensato. A inizio seduta, si assicura nel Pd, lui avrebbe assicurato l’intenzione di farlo in caso di bocciatura («Non sono uomo per tutte le stagioni», avrebbe detto). Ma al termine, davanti alle telecamere, ha poi assicurato che in caso di "no" alle tre questioni sollevate, lui avrebbe comunque presentato una sua proposta sulla decadenza. Facendo così capire che di dimissioni per il momento non se ne sarebbe parlato, almeno fino al respingimento delle sue conclusioni successive sul Cav. Il Pdl punta in massa a un allungamento dei tempi, dunque. Volontà confermata anche dal senatore Lucio Malan, che annuncia in serata l’intenzione di presentare anche lui una pregiudiziale, «ma come me potrebbero farlo anche tutti i senatori che vogliono...», precisa. Senza contare che sulla relazione ogni intervento potrà essere di 20 minuti e potranno prendere la parola anche più persone per gruppo. Insomma, non è detto che stasera si arrivi a un primo voto. E se si andrà al voto a oltranza, avvisa Schifani, il Pdl potrebbe tirarsi fuori.
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