domenica 31 gennaio 2016
​Il presidente del Forum delle associazioni familiari: un protagonismo che non si esaurische qui.
 De Palo: la sfida è coinvolgere tutto il Paese
COMMENTA E CONDIVIDI
Nel bel mezzo del Circo Massimo, mescolato tra la gente: è da lì, per scelta, che ha partecipato Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni familiari. In modo da ascoltare le famiglie quando parlano, come hanno fatto ieri. Dalla 'pancia' della piazza qual è stata la sua impressione della gente che ha partecipato? «Bella! Il Paese reale. Famiglie semplici che, se sono venute da tutta Italia, lo hanno fatto perché preoccupate. La piazza più giovane d’Italia, pacifica, educata e sorridente». È d’accordo con chi dice che questa iniziativa segna un nuovo protagonismo delle famiglie italiane? «Certo, il protagonismo però non è questione solamente di piazza, ma di quotidianità. La parola chiave è partecipazione: nelle parrocchie, nelle scuole, nelle istituzioni. Il Paese ha bisogno di famiglie consapevoli che si mettano in gioco per costruire il futuro dei figli». A Roma si è visto un popolo formato anche da un gran numero di associazioni che si impegnano su vari fronti per i diritti della famiglia. Questa giornata segna anche un loro successo? E quale contributo possono portare adesso? «Il vero successo sarà parare il rigore del ddl Cirinnà e rilanciare il tema famiglia a livello nazionale con politiche fiscali adeguate. La sfida è quella di riunire energie e coinvolgere tutto il Paese su questi temi: le associazioni lo sanno, perché ogni giorno incontrano persone di ogni tipo, credenti e non credenti». Che messaggio esce dal Circo Massimo per la politica? «Tutte le piazze meritano rispetto. Questa, così piena di bambini, vale doppio. La politica deve capire che se decine di migliaia di famiglie scendono in piazza lo fanno perché non ce la fanno più. Perché chi ha un figlio sa bene che un bimbo ha bisogno di una mamma e un papà». Dopo la manifestazione delle famiglie c’è spazio per un possibile cambiamento di clima attorno alla legge? «Lo spero, me lo auguro. Al di là delle visioni politiche, il Paese reale merita ascolto e rispetto. Per questo, anche se dovesse andare male – e speriamo di no – non bisogna fermarsi qui, ma insistere».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: