venerdì 20 marzo 2020
Il presidente del Forum delle associazioni familiari: congedi e voucher farraginosi, usare le stesse risorse per un sostegno diretto ai nuclei in base al numero di figli
Gianluigi De Palo

Gianluigi De Palo - .

COMMENTA E CONDIVIDI

«Noè costruiva l’arca quando c’era il sole. Noi, quando c’era il sole, per le famiglie non abbiamo fatto nulla. Quantomeno, iniziamo a costruire l’arca ora che piove forte...». Si affida a un esempio impegnativo, Gigi De Palo, per spiegare, «con preoccupazione ma senza fare polemiche», quale dovrebbe essere l’impegno del governo sulle famiglie in questo momento di emergenza. Il presidente del Forum ha delle riserve sulle misure messe a punto (il congedo di 15 giorni al 50% del reddito e il voucher baby sitter da 600 euro) e soprattutto è scettico sull’effettivo uso che ne sarà fatto: «Ancora una volta si confondono gli interventi per le famiglie con interventi per specifiche tipologie di lavoratori. Ma così non si alleggerirà il peso nelle case degli italiani».

Intanto che riscontro ha del clima nelle famiglie mentre si vive questa lunga clausura...

Si tiene botta perché la radice è forte. Ma la verità è che nei nuclei numerosi e in quelli in cui ci sono disabili e malati si è in enorme affanno. La sera va via pensando che un altro giorno così non si regge, la mattina ci si sveglia, per fortuna e per amore, con energie nuove.
Da qui la considerazione per cui le prime misure del governo sono insufficienti?
La prendo alla larga. L’Italia ha due petroli: il turismo e la famiglia. Il turismo è crollato in 10 giorni, la famiglia è in piedi ma senza un "vaccino" per le conseguenze economiche rischia di crollare. Il petrolio è diventato uno solo, governo e Parlamento dovrebbero rafforzarlo subito. De Gaulle fece il quoziente in Francia in tempo di guerra, non in tempo di pace.
Rilancia sull’assegno unico?
Non sono un ingenuo. Non arrivo a pensare che in questo scenario si faccia una riforma strutturale, per quanto potrei augurarmelo. Tuttavia si può andare subito in quella direzione.
Ma sono state appena varati interventi diversi dall’assegno per famiglia...
Infatti la mia proposta è semplice: si prendono i soldi stanziati per congedo e voucher e li si trasforma in un sostegno economico diretto ai nuclei familiari. Non tarato sull'Isee o sulla dichiarazione dei redditi, ma sul numero dei figli, un criterio su cui certo non si può evadere. Sarebbe più efficace.
Non sarebbe tanta roba...
Chiaro. Ma la burocrazia richiesta per un congedo (tra l’altro non conveniente rispetto ad andare a lavoro) o per il voucher demotiverà tantissime famiglie. Meglio fare da sè, organizzarsi come si può e non impelagarsi in scartoffie, perdite di tempo e trattative con il datore di lavoro. Tra l’altro mi pare che con queste misure si guardi sempre di più a chi ha lavori molto garantiti.
Seppure in forme diverse, lei chiede lo stesso meccanismo di erogazione diretta utilizzato per i professionisti?
Sta facendo così anche l’amministrazione Trump. Se è vero che siamo entrati in una "economia di guerra", vuol dire che i servizi pubblici sono al minimo e poco funzionanti, e quindi le risorse messe in circolo devono arrivare presto e senza intoppi nelle tasche dei cittadini, senza eccessivi fronzoli.
Un assegno d’emergenza, che magari faccia da apripista a una futura misura strutturale...
Sa cosa sta succedendo nelle famiglie? Che ci si chiede se conviene andare a lavoro o restare a casa con il congedo con il 50% di salario in meno. Nel micro, si pone il dilemma tra salute e sussistenza che si stanno ponendo in alcune democrazia occidentali. Non mi va di ripeterlo, ma se ci fosse stato l’assegno unico un simile dilemma non ci sarebbe stato, perché ogni famiglia avrebbe potuto coniugare meglio le esigenze economiche con quelle di cura.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: