martedì 12 giugno 2012
Ddl anticorruzione, il governo pone tre distinte fiducie sugli articoli «caldi». Stop al maxiemendamento: «Non si può chiedere la fiducia se non introduce sostanziali novità». Voti separati sull'incandidabilità, sui nuovi reati e sulla corruzione tra privati. Giovedì voto finale.
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Il governo pone la questione di fiducia nell'Aula della Camera sul ddl anticorruzione: lo ha annunciato all'Assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. La fiducia è posta sul testo delle commissioni.
Sul provvedimento contro la corruzione dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio sono state autorizzate tre fiducie: la prima domani alle 12, la seconda alle 15 e la terza alle 18. Il voto finale è atteso giovedì pomeriggio."La fiducia è uno strumento per superare l'impasse ed andare avanti". Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino ai cronisti in Transatlantico a Montecitorio dopo che il governo ha posto la fiducia sul ddl anticorruzione, sottolineando che "il rispetto per il Parlamento ed il suo ruolo c'é stato"
In mattinata il ministro dei Rapporti col Parlamento Piero Giarda ha chiesto oggi a nome del governo alla Camera uno "spostamento" dei tempi per presentare un atteso maxi-emendamento su cui il ministro della Giustizia Paola Severino aveva già annunciato la possibile richiesta della fiducia.La domanda di rinvio è stata criticata dal presidente della Camera Fini, secondo cui essa "mortifica" il ruolo di Montecitorio. In precedenza, ha riferito una fonte del Pd, nella sala del governo c'era stato un vertice tra i rappresentanti dei tre partiti che sostengono la maggioranza, Severino, Giarda e lo stesso Fini.Giarda, parlando in aula, ha chiesto "un congruo spostamento di tempo", affermando che "il governo nonostante le promesse fatte nelle ultime sedute di arrivare in tempo con il testo possibile di un maxi-emendamento non è riuscito a onorare i propri impegni", e a formulare completamente il maxi-emendamento.Il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha stigmatizzato la richiesta, affermando che "non possiamo tenere le istituzioni bloccate sull'inerzia e l'incapacità del governo di decidere cosa fare", e accusando la maggioranza di fare accordi "al bar".Critica anche la Lega Nord, che ha parlato di "governo in stato confusionale".Favorevoli allo spostamento si sono detti invece Pd, Fli, Udc e Pdl, anche se il capogruppo del partito di Silvio Berlusconi, Fabrizio Cicchitto, ha ribadito la contrarietà al voto di fiducia. Il Pdl è critico su un provvedimento che detta norme più severe nel contrasto alla corruzione e stabilisce alcune incompatibilità per l'elezione a cariche pubbliche.Fini ha sospeso la seduta dopo un breve dibattito in aula, riaggiornandola alle 13, ma non ha lesinato critiche al governo, dicendo che "siamo nelle stesse condizioni in cui eravamo giovedì [quando Severino ha dato per probabile la richiesta del voto di fiducia], il che mortifica il ruolo della Camera, perché il governo ha avuto cinque giorni per sciogliere questo nodo".
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