mercoledì 2 agosto 2017
Ma a Tolentino, dopo il terremoto, strada in salita
Dallo Sri Lanka il sogno di diventare meccanico
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E' cresciuto nell’oratorio Don Bosco di Tolentino. Ha fatto il doposcuola con i volontari dell’oratorio, ha giocato nella squadra di calcio, ha imparato a suonare la chitarra e il basso con gli altri ragazzi dell’oratorio. «Naturalmente ho fatto tutte le scuole in Italia, tre le Marche e il Lazio, e mi sento italiano».

Ma Kaveen Pelawa, per la nostra legge, non è italiano. È nato in Sri Lanka 18 anni fa e lui, come la sua famiglia, è di religione buddhista. «La frequentazione dell’oratorio per me è stata naturale. È arrivata una circolare in classe in cui si diceva che in oratorio si svolgeva il doposcuola. I miei genitori mi hanno proposto di andarci e io ho acconsentito con entusiasmo. Da lì non mi sono più staccato, tranne adesso, a causa del terremoto».

Tolentino è uno dei comuni marchigiani più colpiti dal sisma che ha coinvolto il centro Italia. Kaween, insieme al fratello più grande e ai suoi genitori, si è trasferito in un piccolo paese alle porte di Viterbo. «Abbiamo perso la casa, quindi per noi non c’era molta scelta. Mia mamma lavora in un ristorante, mio padre fa il badante e mio fratello lavora in un hotel di Roma. Io ho dovuto cambiare scuola: frequento un Istituto di Meccanica a Viterbo e il mio obiettivo è quello di lavorare come meccanico, mi piace moltissimo».

Kaween ha anche un altro sogno nel cassetto, ma prova quasi vergogna a esprimerlo: «Adoro suonare, e diventare musicista di professione sarebbe fantastico. Sono davvero grato alle persone che ho incontrato in oratorio che mi hanno insegnato a farlo. Certo che adesso, tra terremoto e cittadinanza, ci sono ben altri problemi da risolvere».

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