giovedì 24 ottobre 2019
Un libro racconta le storie delle vittime. Dalle famiglie, gesti di solidarietà concreta
Dalle 43 vite spezzate, tanti semi di speranza
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Un balsamo sulle ferite della grande tragedia del ponte Morandi, perché anche raccontare può aiutare a lenire il dolore. Questo vuole essere “Vite spezzate”, volume curato da Benedetta Alciato (Il canneto editore, 235 pagine, 20 euro), che ripercorre le storie delle 43 vittime del crollo del 14 agosto 2018. Il libro è stato presentato oggi al Teatro Carlo Felice di Genova e il ricavato della vendita sarà interamente devoluto all’Angsa Liguria Onlus, associazione che si occupa di ragazzi con autismo.

Da diario personale a racconto collettivo

«Questo libro è nato come un diario personale ed è, poco alla volta, diventato il racconto di quel 14 agosto, visto dalla parte delle famiglie delle vittime», sottolinea la curatrice, che è anche cognata di Roberto Robbiano, morto tra le macerie insieme alla moglie Ersilia e al piccolo Samuele, con i suoi 8 anni la più giovane vittima del Morandi. «Questo racconto collettivo è cresciuto di pari passo con il legame che, da allora, unisce le nostre famiglie», prosegue Alciato, che, con pazienza e tenacia, ha rintracciato i parenti chiedendo loro un ricordo del congiunto perduto nel crollo.

L'affetto della gente

«È stato un percorso duro, faticoso e segnato da tante lacrime – riprende la curatrice – ma, sembrerà strano, è stato anche fonte di gioia. In questi mesi, ho ricevuto tantissimi messaggi, anche di sconosciuti, che, attraverso le pagine del libro, sono riusciti a conoscere i nostri cari perduti. Tanta gente ci ha manifestato affetto sincero e ci è stata di grande conforto. Così come il forte legame che si è instaurato tra noi parenti, mano a mano che il racconto cresceva. Oggi dico che siamo diventati una sola, grande famiglia, unita da un dolore incancellabile, ma anche dalla consapevolezza che, insieme, sapremo darci forza a vicenda».

Dalla tragedia, la solidarietà

Dalla tragedia del Morandi, grazie alle famiglie, sono nati tanti segni di speranza, sempre nel ricordo di chi non c’è più. Proprio i familiari dei Robbiano, con la Sampdoria, hanno dedicato a Samuele un campetto di calcio a Campomorone, sulle colline di Genova, mentre i parenti della famiglia Cecala di Oleggio, in provincia di Novara, hanno intitolato un parco giochi alla piccola Crystal, scomparsa con mamma Dawna e papà Christian. «Aiutare il prossimo è l’unica ragione che ci fa andare avanti», conclude Benedetta Alciato.

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