martedì 29 novembre 2022
L’eredità cancellata di Italiasicura, la struttura di missione per le emergenze
Dalla difesa delle coste alle bonifiche Quelle tre opere dimenticate

Ansa

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Tre progetti per il risanamento idrogeologico dei versanti di Casamicciola e Forio. Proprio dove sono scese le frane distruttive. Quasi 14 milioni. Mai spesi. Era il 2017. A seguire i progetti, trovando fondi e accelerando le procedure, era stata la Struttura di missione sul dissesto idrogeologico #italiasicura, istituita nel 2014 presso la Presidenza del Consiglio dei ministri dal governo guidato da Matteo Renzi e confermata dal successivo presieduto da Paolo Gentiloni. Poi arrivò il 2018, il governo “giallo-verde”, M5s e Lega, guidato da Giuseppe Conte, e #italiasicura venne abolita, chiusa (come l’equivalente per la sicurezza delle scuole) e trasferite le competenze all’allora ministero dell’Ambiente.

«Di quei tre progetti non si è più saputo nulla» commenta Erasmo D’Angelis che di #italiasicura è stato il coordinatore. Intanto sempre nel 2018 nel “decreto Genova” viene inserito un articolo che introduce un condono per gli abusi edilizi nell’isola d’Ischia, compresi quelli realizzati su terreni “soggetti a vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali a tutela degli interessi idrogeologici”. Proprio quelli che i tre progetti volevano mettere in sicurezza e dove sabato è scivolata la terribile frana. Ma cosa prevedevano i tre progetti? Due riguardavano il Comune di Casamicciola Terme. Il primo riguardava “opere di difesa delle coste, ripascimento degli arenili e consolidamento dei costoni di Ischia”.

La cifra richiesta era 7 milioni e 500mila euro e lo stato dell’iter era al progetto definitivo. Quindi i lavori potevano partire. Il secondo riguardava “lavori di bonifica e consolidamento dei versanti a monte del centro abitato di Casamicciola Terme”. Proprio quelli franati. Non era stata richiesta una grande cifra, appena 498.500 euro, e si era solo allo studio di fattibilità. Il terzo progetto era molto più impegnativo e riguardava “briglie, vasche di laminazione e risagomatura canale tombato via Monterone”.

Infatti la cifra richiesta era maggiore, 5 milioni e 787.456 euro. Mentre lo stato dell’iter era al progetto preliminare. Le tre importanti iniziative erano inserite in “Italiasicura, il Piano nazionale di opere e interventi e il Piano finanziario per la riduzione del rischio idrogeologico”, presentato dal governo Gentiloni e che vedeva coinvolti, oltre alla Presidenza del Consiglio, ben tre ministeri: Ambiente, Infrastrutture e Coesione territoriale. «Qualcuno ora dice che non c’erano progetti per mettere in sicurezza Ischia. Non è vero – replica Mauro Grassi, direttore di #italiasicura -. C’erano questi progetti che erano inseriti nel Piano che prevedeva in tutto circa 30 miliardi su tutto il territorio nazionale. E il più alto livello di risorse “richieste”, circa 5 miliardi, riguardava proprio la Campania».

C’erano 259 interventi per la mitigazione delle alluvioni con 1.494.400.000 euro, 716 interventi per la mitigazione delle frane con 1.768.800.000 euro, 239 interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto con 1.097.200.000 euro, 26 interventi per la mitigazione dell’erosione costiera con 264.050.000. Ma poi #italiasicura venne chiusa. «Avevamo cominciato un percorso ventennale perché in un anno non si risolve un ritardo di 50 anni – commentano D’Angelis e Grassi -. Ma quel lavoro è stato interrotto. Non si è voluto capire che al di là degli uomini era la struttura, l’idea, che andava portata avanti. Purtroppo si è scelto diversamente e ne paghiamo le conseguenze».

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