giovedì 10 giugno 2021
L'app permetterà di mappare la distribuzione del rischio d'incendio attraverso rilevazioni sui territori. A idearla l'Università di Firenze, nell'ambito di un progetto europeo.
Incendio all'Aquila nel luglio 2020

Incendio all'Aquila nel luglio 2020 - Emanuele Valeri

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«Ci vogliono almeno 15 anni per far rinascere tutto l’ecosistema forestale». Così Coldiretti lo scorso agosto commentava i danni di una estate "di fuoco", con circa 500 incendi registrati in Italia da nord a sud. Quella dei roghi è una piaga che ogni anno si riapre, favorita dalle temperature sempre più alte delle stagioni estive e dalla poca cura degli ambienti boschivi. Aree verdi che coprono circa 1/3 della superficie nazionale. Da qui l'idea di FuelGeoData, un esempio di tecnologia al servizio del patrimonio ambientale. L'app, messa a punto dall'Università di Firenze, in collaborazione con la società Vanzotech, aiuterà istituzioni pubbliche e associazioni di volontariato ad individuare le zone più a rischio e ad intervenire in maniera capillare. FuelGeoData nasce nell’ambito del progetto MED-Star, finanziato dal programma europeo Interreg marittimo Italia-Francia (2014-2020), che ha lo scopo di migliorare la cooperazione fra regioni europee confinanti.

Come funziona l'app

L'obiettivo del progetto, attraverso l'uso dell'app, è la creazione di una "cartografia del rischio con dati rilevati a terra", con la mappatura del materiale combustibile presente nelle aree boschive. Un esempio concreto arriva dalle sperimentazioni partite in primavera nei territori della costa toscana. Il primo passo è l'individuazione delle aree boschive sulla carta regionale di uso del suolo, con la segnalazione dei punti più vulnerabili. Segue poi l’intervento vero e proprio nel bosco, con la raccolta dei dati, la registrazione della posizione grazie al Gps dell'app e le foto da caricare sul sistema per la documentazione. La capillarità delle rilevazioni consentirà di mettere insieme dati specifici riguardo a tutti i territori e di prevenire il propagarsi degli incendi indirizzando alle zone più a rischio i fondi destinati alla tutela delle foreste.

I primi risultati della sperimentazione saranno presentati all'inizio del prossimo anno. «I cambiamenti socio-economici degli ultimi anni - ha spiegato Enrico Marchi, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali di Unifi - hanno portato ad un aumento significativo del materiale combustibile a terra e un'evidente ricaduta sulla possibilità di innesco e diffusione del fuoco». L’utilizzo dell’app innovativa dovrà affiancarsi ad interventi di prevenzione costante, come la manutenzione del sottobosco e la sensibilizzazione contro i roghi intenzionali. Intanto i dati del modello climatico europeo ECMWF parlano di un’altra estate dalle temperature tropicali.


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