martedì 8 agosto 2017
«Ho studiato storia e moda ma faccio l’operaio»
Dal Senegal a Rovereto, una vita spezzata a metà
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Per i 500 senegalesi che vivono in Trentino è lui il referente sempre disponibile per pratiche burocratiche e informazioni utili (lo si è visto anche in occasione del recente voto a distanza in Senegal), ma Adam Diaw, operaio di 42 anni, spera ora di veder finalmente accolta la sua domanda di cittadinanza italiana, presentata il 20 febbraio scorso: per se stesso, in Italia dal 2004, ma anche per la moglie e le tre figlie (di 10, 8 e 3 anni), l’ultima delle quali nata in riva all’Adige.
«In Senegal – racconta ripercorrendo una vita spezzata a metà dal viaggio in Italia – ho studiato prima storia e geografia a Dakar, poi mi sono formato nel settore della moda in Belgio nella prospettiva di trovare lavoro come sarto in Italia o in Francia, ma quando sono arrivato qui molte ditte tessili si erano spostate nei Paesi dell’Est». Invece che stoffe tessuti da allora si trova a dover manipolare il ferro in una zincheria trentina, un lavoro pesante ma necessario, scontando anche l’impossibilità di tornare nel suo Paese dove i titoli italiani non sono riconosciuti.
«Mi sto dando da fare – riflette Adam – come presidente dell’Associazione comunità senegalesi del Trentino (AcseT), con la quale a Rovereto organizziamo corsi di italiano e di formazione varia per i miei connazionali e per gli altri immigrati» attraverso la rete che lo sportello Cinformi della Provincia autonoma di Trento sta cercando di irrobustire fra le associazioni di immigrati, anzi di italiani senza cittadinanza.

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