martedì 5 luglio 2016
Per i funerali si dovrà aspettare però la seconda autopsia sui corpi disposta dalla Procura di Roma che ha aperto un'indagine sulla strage. Mattarella: alleanza internazionale contro la barbarie. Oggi sarà a Ciampino.

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Dacca, oggi il ritorno delle vittime
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​L'Italia si prepara a onorare i nove italiani uccisi nell'attentato di Dacca in Bangladesh. Il rientro delle salme avverrà stasera «con ogni probabilità», ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a margine del vertice sui Balcani a Parigi. La prudenza sui tempi è dovuta al complesso iter burocratico che in casi come questo si mette in moto. L’aereo che dovrà riportare i nove italiani in patria, ha precisato infatti Gentiloni, è partito ieri verso le 15.30. «Bisognerà fare delle operazioni in loco», che «non dovrebbero durare troppo a lungo» e quindi il nostro responsabile della politica estera ritiene che si possa puntare all’obiettivo di un rientro per stasera.Intanto un altro aereo si alza in volo. Quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che - come aveva annunciato subito dopo la strage - rientrerà oggi pomeriggio dal Messico a Roma, in tempo per accogliere i feretri a Ciampino, interrompendo così il viaggio che stava compiendo in Sudamerica. Ieri, nel colloquio avuto con il pari grado messicano Enrique Nieto il Capo dello Stato ha sottolineato come di fronte alla sfida di un «terrorismo dalla mano sanguinaria» occorra uno «sforzo corale», un’«alleanza della comunità internazionale contro la barbarie». «Estamos juntos, siamo uniti in questa battaglia di civiltà», ha aggiunto Mattarella.Dopo l’atterraggio all’aeroporto militare, i corpi delle vittime - su disposizione del pm Francesco Scavo, titolare delle indagini aperte come prassi dalla procura di Roma - saranno portati al Policlinico Gemelli per le autopsie, che dureranno, dicono gli esperti, una ventina di ore. Gli esami sono complicati dal fatto che i corpi delle vittime sono già stati sottoposti ad autopsia in Bangladesh, ma chi indaga spera comunque di capire la dinamica dell’attentato. Il magistrato, a breve, solleciterà tramite rogatoria internazionale alle autorità di Dacca copia degli atti dell’inchiesta sull’attacco terroristico e potrebbe anche chiedere di poter interrogare chi è stato arrestato dalle autorità locali in relazione a questa strage. Non appena sarà possibile, poi, la Procura della Capitale acquisirà anche le dichiarazioni di Gian Galeazzo Boschetti, marito di Claudia D’Antona, l’imprenditrice rimasta uccisa nell’agguato, salvatosi perché al momento dell’irruzione dei terroristi era fuori dal ristorante.In queste ore, però, a Roma si è concentrati sull’organizzazione per il ritorno delle salme e i successivi esami, dopo i quali sarà possibile restituire i corpi ai familiari delle vittime per le esequie. In attesa di una decisione su eventuali funerali di Stato, per i quali è necessaria un’apposita delibera del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia definisce «desolante» che a tre giorni dalla strage il governo «non abbia ancora valutato la possibilità di proclamare un giorno di lutto nazionale» e che nessun suo esponente abbia ancora riferito in Parlamento.Nel mondo politico si susseguono le prese di posizione su come fronteggiare la minaccia terroristica e su come vivere questo momento di lutto. Mario Marazziti (Demos-Cd) invita alcuni colleghi ad abbassare i toni per senso di responsabilità. La strage, afferma, «rappresenta una ferita dolorosissima», ma «dobbiamo ripartire» per non darla vinta ai violenti. Stefano Dambruoso (Sc) di fronte alla propaganda del Daesh invita a mettere in atto «forme di depotenziamento dei messaggi» in rete, senza cadere nella censura. Mentre Alessandro Pagano, chiede di intensificare i controlli sui money transfer, perché «non è escluso» che i soldi inviati a casa dai bengalesi «vadano a finanziare in parte il terrorismo jihadista».
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