mercoledì 6 luglio 2016
​Ferite causate da proiettili e ordigni esplosivi, ma anche mutilazioni e altri colpi inferti per far soffrire gli ostaggi senza ucciderli. Restituiti i corpi ai familiari per i funerali, saranno in forma privata.
Vittime di Dacca, le autopsie confermano torture
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Ferite causate da proiettili e ordigni esplosivi, ma anche mutilazioni e altri colpi inferti per far soffrire gli ostaggi senza ucciderli subito. Segni inequivocabili di tortura. Emergono particolari strazianti sulla morte dei nove italiani coinvolti nell'attentato di Dacca in Bangladesh. Le autopsie sulle salme effettuate oggi al policlinico Agostino Gemelli di Roma hanno messo in luce una vera mattanza durante la quale i terroristi hanno infierito sulle vittime per straziare senza senza dare il colpo di grazia.
 
Secondo quanto si apprende in ambienti investigativi il modo atroce in cui sono stati uccisi gli ostaggi rappresenterebbe una anomalia negli attentati jihadisti nei quali, solitamente gli omicidi sono più rapidi. E un'altra circostanza apparentemente insolita è legata al fatto che nessuno degli attentatori, che hanno usato diverse armi dai macete ai kalashnikov, si sarebbe fatto esplodere.
 
Intanto stasera il pm Francesco Scavo, che indaga per la procura di Roma sulla vicenda, ha firmato il nulla osta per il rilascio delle salme ai famigliari che potranno organizzare i funerali dei defunti. Le esequie saranno in forma privata nei rispettivi luoghi di origine.
 
I carabinieri del Ros che indagano sulla strage hanno sentito anche Gian Galeazzo Boschetti. L'uomo scampato alla carneficina, nella quale è stata uccisa tra gli altri sua moglie Claudia D'Antona. Boschetti ha ripercorso quanto accaduto la sera dell'attentato al quale l'imprenditore è uscito indenne solo grazie a una telefonata ricevuta pochi istanti prima dell'irruzione dei terroristi nel locale della strage. Boschetti, uscito nel giardino del ristorante per parlare al telefono, quando ha visto gli uomini armati si è nascosto dietro una siepe dove è rimasto per ore prima di scappare.
 
Nel frattempo l'Isis avverte in un video in cui si vede un combattente identificato come il bengalese Abu Issa al-Bengali. "Quel che avete visto in Bangladesh è un assaggio. Ciò si ripeterà, ripeterà e ripeterà, sino a quando voi avrete perso e noi avremo vinto, e la sharia sarà applicata in tutto il mondo". E mentre l'Italia piange i suoi morti domani il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, riferirà domattina in Senato sul macabro attentato di Dacca.
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