martedì 3 novembre 2020
Il giovane Alex Tucci ha percorso 311 Km del Cammino dedicato all'apostolo in meno di 60 ore. All'arrivo la commozione davanti alle spoglie del Santo custodite nella cripta della basilica abruzzese.
Un tratto in notturna della corsa di Alex

Un tratto in notturna della corsa di Alex - Marco Zac

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Una scelta spirituale in chiave sportiva, la si potrebbe definire così. Ripercorrere quella linea immaginaria che congiunge Roma ad Ortona, collegando le vite di due apostoli, Pietro e Tommaso. Far conoscere, insomma, l’unicità dei 311 Km che congiungono piazza San Pietro alla basilica abruzzese di Ortona dove dal 1258 sono custodite le spoglie di San Tommaso. Un modo di pregare e meditare attraverso la corsa e i passi di quei pellegrini che negli anni hanno percorso il Cammino di San Tommaso. È quello che hanno compiuto due amici, legati dalla passione per la corsa “estrema”, Alex Tucci e Roberto Martini. In particolar modo il trentenne Alex, che è arrivato in Abruzzo in poco meno di 60 ore continuative di corsa, anche quando dopo 200 Km Roberto ha dovuto abbandonare la corsa per un problema al ginocchio.

Partito il 16 ottobre alle ore 10 da piazza San Pietro, Alex è arrivato davanti alla basilica di Ortona domenica sera, 20 ottobre, alle 21.45 dopo 59 ore e 40 minuti di percorso no stop, e dopo essere saltato in sella all’Appennino ed aver attraversato borghi, chiese, basiliche, valli e riserve sconosciuti a molti ma dalla bellezza straordinaria. Ad accoglierlo, all’arrivo, il suo amico Roberto che gli è rimasto sempre vicino dal camper per il resto del cammino a partire dalla seconda notte dove è rimasto solo in strada a correre, avendo però al suo fianco anche il sostegno del padre che lo ha guidato per gli ultimi 130 km fino ad Ortona.

«Mi sono commosso quando al termine della corso sono sceso nella cripta – ha raccontato Alex Tucci – hanno eccezionalmente lasciato aperto il portone della basilica e per me è stato un momento molto importante». A spingere le gambe di Alex è stato anche il fatto che «mio padre aveva compiuto lo stesso tragitto in bicicletta anni fa. Lo ricordo bene, da bambino, e quindi questo è stato uno spunto. In realtà però in marzo ho conosciuto l’associazione “Cammino di San Tommaso”, e l’idea è nata lì». Prossimi progetti? «Adesso mi fermo - la sua risposta - anche perché il prossimo anno ho un progetto più importante: mi sposo».

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