giovedì 19 maggio 2016
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Un «vile attentato» organizzato dalla mafia dei pascoli. Per il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, il movente dell’agguato fallito contro Giuseppe Antoci, «sta negli affari del clan dei Tortoriciani, alleati con i Santapaola di Catania», per la gestione dei terreni, concessi in passato da alcuni enti pubblici senza gara e senza controlli, destinati a pascolo che fruttano centinaia di milioni di euro grazie ai contributi comunitari, statali e regionali. È il primo di una valanga di attestati di solidarietà giunti da tutta Italia e da ogni parte politica. Incoraggiamenti a non abbassare la guardia, quelli del premier Mattero Renzi e del presidente del Senato, Pietro Grasso: «Riporta di drammatica attualità la minaccia rappresentata dalla criminalità mafiosa, contro la quale è indispensabile non abbassare mai la guardia». La presidente della commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi: «Antoci non deve restare solo. Il suo coraggioso impegno contro le infiltrazioni mafiose nel Parco dei Nebrodi va sostenuto con una più incisiva azione repressiva e assicurando un rigoroso controllo di legalità sui finanziamenti e i fondi europei per l’agricoltura». Di «un atto di guerra, una sfida allo Stato» parla il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia. «Si mobilitino adesso con forza gli allevatori, la cittadinanza e le amministrazioni locali della zona», dichiara Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre. Mentre Gregorio Porcaro, coordinatore di Libera Sicilia, lancia l’allarme sull’aumento «di casi di abigeato e di allevamenti clandestini». E sabato, a Sant’Agata di Militello, si terrà una manifestazione organizzata dai sindaci del comprensorio dei Nebrosie dalla Fai antiracket nazionale.
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